Corriere della Sera - Io Donna
SOLIDARIETà DIMENTICATA
è durata evidentemente poco l’emozione per la morte di Aylan, il bambino siriano ritrovato sulla spiaggia di Bodrum dopo il naufragio del barcone che doveva portarlo in salvo insieme con la sua famiglia. Perché neanche un mese è trascorso da quella tragedia e la solidarietà promessa ai migranti che fuggono dalla guerra appare già dimenticata. Gli impegni presi dai leader degli Stati occidentali ad accogliere migliaia di persone sembrano già annullati. Anche in Italia. Gli che l’Europa ci ha imposto di aprire come centri di smistamento dove identifcare e fotosegnalare gli stranieri rischiano di trasformarsi in vere e proprie strutture di detenzione. E questo nonostante i trattati internazionali prevedano esplicitamente la libertà di movimento per chi richiede asilo. Un pericolo già denunciato più volte dalle associazioni di difesa dei diritti umani e dall’Arci che chiama alla mobilitazione proprio per evitare «il ricorso a metodi poco o per niente rispettosi dei diritti delle persone, in cambio della riallocazione di qualche migliaio di eritrei e di un po’ di soldi » . Il problema è sin troppo evidente. La procedura stabilita in sede europea prevede infatti che «non potranno uscire dagli le persone che non si lasceranno identifcare e questo vuol dire obbligarli a fdarsi delle procedure e dei tempi di trasferimento nonostante ad oggi ci siano persone in attesa da più di un anno » nonostante l’iter per la concessione dello status di rifugiati debba durare al massimo tre mesi.