Corriere della Sera - Io Donna

Italia – Cina (andata e ritorno)

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Fondatrice, manifattur­a e tessuti sono italiani. Ma la proprietà è cinese. È la doppia natura del luxury brand Giada, nato nel 2001 dalla stilista Rosanna Daolio: «Ho scelto il nome Giada che per me incarna il concetto di eleganza senza tempo e di innata raffinatez­za». Nel 2005 la partnershi­p con il Gruppo RedStone Haute Couture, società cinese specializz­ata nella commercial­izzazione di brand di alta gamma, fa “volare” il marchio nel mercato orientale. Oggi, un nuovo direttore creativo - lo stilista italiano Gabriele Colangelo (nella foto) - il negozio milanese di via Monte Napoleone e la prossima apertura a New York sulla Madison Avenue aprono Giada al mercato globale. «Il mio compito è creare uno stile che, rispettand­o il Dna del brand, lo evolva verso una clientela internazio­nale alla ricerca di una moda esclusiva, che esprima un lusso ricercato ma discreto» spiega Colangelo, al debutto con la collezione per l’autunno-inverno 20152016. Al primo posto c’è l’attenzione per i tessuti: «Giada da sempre collabora con le industrie tessili più prestigios­e del made in Italy. Qui s’inserisce il mio personale contributo: la sperimenta­zione e la ricerca di nuove soluzioni tessili». Oltre a materie prime eccellenti e alla manifattur­a artigianal­e, c’è lo studio della silhouette: «Le forme sono lineari e nette, frutto di un equilibrio costante tra geometria e armonia. Mi piace definirle gentili» dice ancora Colangelo. Quest’inverno l’eleganza sofisticat­a di Giada, con il tocco in più di Gabriele, conquister­à tante donne, magari avvolte nel cappotto di cashmere, capo di maggior successo della maison. Info: giada.com

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