Cinema

drammatico Poco dopo l’attentato alle torri gemelle, mentre l’America è preoccupata per la minaccia islamista, a Los Angeles, in un cassonetto, viene trovata una ragazza brutalmente uccisa. È la figlia di un’agente dell’Fbi. Un suo collega crede di aver individuato il colpevole in un giovane musulmano, ma si troverà le mani legate perché il sospettato fa il doppio gioco per l’Fbi. E chi l’ha “arruolato” lo protegge in modo spudorato, convinto che la guerra al terrorismo sia più importante della soluzione di un omicidio. La trama, che include anche una storia d’amore mai sbocciata tra l’investigatore e un’altra collega (oltre a un inaspettato colpo di scena finale), era già stata raccontata nel 2009 dal regista argentino Juan José Campanella (con una pellicola dallo stesso titolo, premiata con l’Oscar per il miglior film straniero). Hollywood l’ha ripetuta con molta fedeltà. Ci ha messo due attrici superstar (ognuna con una bella scena madre) e un attore emergente ( Ejiofor è stato nominato per ma soprattutto ha saputo trovare un tono - tra la rabbia e la malinconia - che non fa rimpiangere l’originale. Una bella sorpresa.