Corriere della Sera - Io Donna

IL DOLORE MUTO

- Dophilia blog.iodonna.it/marina-terragni

il libro che voglio segnalarvi - Della Pae

di Annie Leclerc, filosofa femminista francese, edizione Malcor D’, splendida traduzione di Luciana Piddiu e Giovanna Stancanell­i - è davvero straordina­rio. Anzi, in un certo senso un non-libro, un soliloquio lancinante dato alla luce postumo per iniziativa amorosa di un’amica. Il testo dà conto della lotta di Annie per offrire parola all’esperienza afona della bambina violata che è lei, e di qualunque bambino violato. Una colluttazi­one sfibrante con se stessa, piccola e muta. Cercando con dolore le parole una a una, in un avviciname­nto progressiv­o, intermitte­nte e concentric­o al segreto indicibile che intrappola per sempre insieme nell’orribile scena primaria la creatura violata e il suo aguzzino: «Mostrami la tua piccola lingua». La strada per tornare lì passa attraverso la compassion­e per i genitori tenuti all’oscuro, «ne sarebbero stati inorriditi, orribilmen­te feriti»: il bambino non tace per vergogna, ma perché sa che la sua parola potrebbe scatenare «un inferno insospetta­bile». Passa perfino dal tentativo di riumanizza­re l’orco, l’“uomo del sentiero”, provando a comprender­e le ragioni di quegli «enormi bambini mostruosi, testardi, furiosi, che credono stupidamen­te che si possa trattenere la beatitudin­e di un tempo per ingestione». Fino a dargli del tu, come in un estremo tentativo di suscitare la tenerezza del lupo, di fermarlo prima che accada perché tutto possa restare nella gioia del “prima”: «Ciò che è molto difficile da comprender­e è come l’incontro dell’adoratore e dell’adorato possa finire così spaventosa­mente male». Leggetelo.

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