Corriere della Sera - Io Donna

NON FIORI MA TANTI LIKE

- Blog.iodonna.it/maria- laura- rodota

la prima volta che metti “mi piace” per qualcuno che è morto ti pare surreale, oltre che irrispetto­so. Poi ti abitui. Poi, poi adesso, succede da qualche tempo ed è la nuova normalità, lo fai perché si fa, perché i social network sono i nuovi luoghi del lutto. I necrologi si postano su Facebook, le condoglian­ze si fanno nei commenti a seguire. Amici e grafomani si lanciano in elogi funebri; affettuosi, ossessivi e persone con scarso senso dell’opportunit­à taggano vedovi/e e orfani/e con foto del defunto/a. Le bacheche dei morti simpatici sostituisc­ono poi i cimiteri: diventano, a lungo, dei sacrari, dove si va a trovare chi è mancato anche da anni, si caricano immagini che piacevano al caro estinto/a deposte come fiori su una tomba, si scrive e scrive. Per tanti è tuttora spiazzante, quel che era cominciato come un gioco, un modo per stare in contatto, fare giochi scemi, trovare cose da ridere e perdere tempo, è diventato il nostro spazio pubblico (però è privato, di Mark Zuckerberg al 28 per cento, e di altri) dove segnalare nascite, matrimoni, lauree, fasi terminali di malattie (c’è chi lo fa, sono cronache straordina­rie, spesso), e decessi. Dove si esprime dolore; dove si usa il mezzo moderno per riti antichi, con prolissità e linguaggio, a volte, d’altri tempi. Più gli uomini delle donne, a farci caso. Le femmine sono più sobrie; quando non sono sobrie, sono più stringate. Ci si commuove di più, a leggere i ricordi di quelli a cui volevamo bene, quando è così, poi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy