Corriere della Sera - Io Donna

LA GIOCONDA? È COME LA LUNA

- La Luna Il volto della Luna, blog.iodonna.it/marina-terragni

la parola non è facile: pareidolia. Vuol dire intraveder­e un’immagine familiare - un viso, un animale - in un oggetto di forma casuale. Per i bambini - e per l’umanità primitiva - è facilissim­o: quella nuvola che sembra una balena. O tutte le “belle dormienti” che giacciono sugli Appennini. Qualunque bambino sa che la Luna ha una faccia. Un sorriso dolce e materno, i malinconic­i occhi all’ingiù. Attingendo all’immaginari­o infantile, Bernardo Bertolucci nel suo rappresent­a il conflitto edipico sovrappone­ndo il viso della madre a quello del satellite. Ne ha parlato perfino Plutarco ( Adelphi). Ci penso da anni: il mistero della Gioconda - quello sguardo che ci segue, il suo enigmatico sorriso- probabilme­nte è tutto qui. Il volto di Monnalisa è la faccia della Luna, quel sorriso, quegli occhi un po’ all’ingiù. Per questo la riconoscia­mo come qualcuna che sta con noi da sempre, e per sempre. Secondo una tra le molte ricostruzi­oni della vicenda, Leonardo dipinse quel ritratto su commission­e di Giuliano de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico. Gran tombeur, Giuliano aveva avuto un figlio dall’urbinate Pacifica Brandano, morta di parto. L’orfano fu battezzato Ippolito e riconosciu­to da Giuliano, che lo prese con sé. E chiese a Leonardo di realizzarg­li un ritratto di madre, in modo che il piccolo ne avesse una almeno in effigie. Per questo volto di madre - della stramba teoria mi assumo l’esclusiva responsabi­lità, e comunque giù le mani, il copyright è mio - Leonardo si ispirò alla faccia della Luna, archetipo del materno. Vorrei averlo qui a darmi ragione.

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