Corriere della Sera - Io Donna

IL MEGLIO CHE VERRà

- Blog.iodonna.it/barbara-stefanelli

persistenc­e. un incrocio di perseveran­za e insistenza. Sarebbe questo il composto chimico ideale - sostengono Loran Nordgren, docente di management alla Kellogg School, e Brian J. Lucas, ricercator­e dell’Università di Chicago - della creatività. Non sono le vibrazioni a definire il genio artistico, non è l’improvvisa­to gioco al volo che ti fa vincere il campionato, non è una strategia d’istinto a sciogliere i nodi di un bilancio aziendale in rosso cronico. E dunque, noi che nei primi dieci minuti di riunione o di lezione ci siamo sentiti surclassat­i dalle idee degli altri, abbagliati dalle scintille di quelli ad alta velocità, persistiam­o/insistiamo. Sono i successivi dieci minuti la nostra partita. Come a scuola, quando era nel secondo quadrimest­re che tiravamo fuori il meglio di noi e cominciava­mo a dare le risposte giuste dal fondo classe. Come nei boy-scout, quando abbiamo capito che per noi l’unico modo di vincere a bandiera era lasciare che l’avversario strappasse per primo il fazzoletto per poi inseguirlo e toccarlo con la punta delle dita. Sarebbe stato bello forse - anzi: sicurament­e - far parte della squadra dei primi dieci minuti. Davanti, tutta la vita. E niente, noi siamo quelli che vanno dai 10’ ai 20’. «Raggiunger­e il vostro potenziale creativo può richiedere tempo e la tenacia è fondamenta­le per rispondere a una sfida fino alla fine». Non resta che ignorare l’impulso di dire “passo” e rinunciare, solo perché ti sembra di essere lento (solo perché sei lento). Le nostre idee migliori devono ancora venire.

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