Corriere della Sera - Io Donna
TUTTI AL MUSEO D’ORSAY
Ho ricevuto una lettera dal Museo d’Orsay di Parigi, una comunicazione per tutti gli amici del Museo, i frequentatori assidui, i possessori di tessere taglia-coda e abbonamenti. Il d’Orsay, per chi non lo conoscesse, • uno dei musei pi• belli del mondo, realizzato in una storica stazione parigina che portava i passeggeri fino nel cuore della cittˆ. La Gare d’Orsay venne inaugurata nel 1900, in occasione dell’Esposizione universale. Conteneva, nel suo ventre di metallo e vetro, anche un albergo e saloni pieni di stucchi e specchi per le feste, ma negli anni cadde in disgrazia a favore di strutture pi• moderne, rischiando l’abbattimento, come • avvenuto per i mercati del Forum des Halles. A salvarla fu un guizzo d’intelligenza del governo di ValŽry Giscard d’Estaing che, grazie alla genialitˆ dall’architetto italiano Gae Aulenti, la trasform˜ nel Museo che oggi conosciamo. Ora il grande pachiderma che dorme sulla Senna accoglie una delle pi• straordinarie collezioni d’arte del mondo e mostre inedite a ogni stagione. Una pausa al d’Orsay • sempre consigliabile. Io ho addirittura fatto il piccolo investimento di una tessera taglia-code per avere un accesso immediato: ormai vivo il museo quasi come una casa, un piccolo paradiso in cui cercare pace e ispirazione. C’• sempre qualcosa di nuovo che colpisce, un dettaglio nello sguardo dell’Olympia di ƒdouard Manet, o una sfumatura di verde che era sfuggito dal ma si pu˜ anche passare frettolosamente per le sale, salutando al volo le ballerine di Auguste Renoir, e fiondarsi al ristorante per uno spuntino di metˆ giornata. L“, fra ori e specchi, ci si pu˜ sentire una vera dama del Settecento, sogno proibito dei miei Carnevali, quando invece mi vestivano da olandesina o squaw.
Ora il Museo mi scrive e ho paura di leggere, perchŽ so di che cosa mi parlerˆ. Io sono triste, piena di parole e interpretazioni per quelli che ormai si chiamano - per cercare di ammorbidire il dolore - solo “i fatti di Parigi”. La lettera inizia proprio cos“, il lutto • arrivato fin dentro all’ultimo quadro ma, dopo il ricordo e la partecipazione, il Museo chiede di essere coraggiosi e determinati, magari di portare borse pi• piccole per facilitare la sicurezza all’ingresso, ma di non rimanere a casa. Mai. PerchŽ i luoghi in cui si condividono cultura e bellezza fanno bene all’anima, sono la strada da percorrere nei momenti che spingerebbero all’odio. L’arte unisce le diversitˆ, non guarda alle differenze di pensiero e religione, • l“che dobbiamo volgere lo sguardo quando nel nostro cuore c’• sofferenza e confusione. Non a caso il messaggio si conclude perentorio: ÇTutta la programmazione prevista • stata mantenuta e il d’Orsay vi aspetta insieme con i suoi abitanti storiciÈ. Il museo ha ragione e io accarezzo la mia preziosa tesserina nell’attesa felice di riutilizzarla.
fiore consigliato: rosa scuro, rifiorente.
Rosa Auguste Renoir,