Corriere della Sera - Io Donna
IL CELLULARE TI SEGUE
quando si parla di violenza all’interno delle famiglie si pensa automaticamente alla violenza fisica e alle sanzioni che contro di essa prevedono gli ordinamenti giuridici di tutti i Paesi civili. Ma esistono altre forme di violenza che prediligono l’ambito familiare, e che sono molto più sottili senza essere meno umilianti per la vittima. Che nella maggioranza dei casi, manco a dirlo, è una donna. La Gran Bretagna ha appena indicato la via: è entrata in vigore una nuova legge che punisce con pene fino a cinque anni di carcere gli abusi psicologici, la coercizione fatta di intimidazioni o di minacce esplicite e l’imposizione dell’isolamento sociale. Soprattutto, perché è questa l’offesa che sta avendo un autentico boom anche in Italia, la nuova legge vieta l’uso di quelle app facili da scaricare che consentono tramite i cellulari di controllare gli spostamenti dell’utente-bersaglio e talvolta di ascoltare anche le sue conversazioni. Si tratta di evidenti violazioni dei diritti umani, fino a qualche tempo fa prerogativa delle indagini di polizia o delle intercettazioni più o meno spionistiche affidate a tecnologie d’avanguardia e provenienti via satellite da luoghi anche lontanissimi. Ma che il grande fratello arrivi nelle famiglie, si sono detti a Londra, non è accettabile. Bravi per la nuova legge e per aver completato il concetto di violenza. Ma sulle tecniche per rintracciare i “telefonini”, cari giudici britannici, non fatevi troppe illusioni.