Corriere della Sera - Io Donna

MATERNITà NON è OSPITALITà

- Blog.iodonna.it/marina-terragni

scrivo da tanti anni sull’utero in affitto (o gestazione per altri, secondo l’esangue correctnes­s): ragionamen­ti che trovate nel blog. Tutto molto complesso, ma in fondo semplice: “I figli non si pagano”, per dirla con Filumena (Marturano). Mi pare che ci sia lotta tra un modo femminile e uno maschile di vedere la faccenda: per tanti uomini (e per talune donne) l’utero è un povero viscere cavo, semplice contenitor­e, e la donna il contenitor­e del contenitor­e. Una matrioska. Le cose vanno da sole. Aristotele era anche più netto: quel viscere è la matrice passiva in cui l’uomo genera l’uomo. La donna mette a disposizio­ne la materia prima inerte che il maschio anima, dandole forma. Il vero genitore, per farla breve, è lui. Ed ecco con lampante chiarezza il fondamento del patriarcat­o. Oggi il contributo femminile alla generazion­e è innegabile: metà del patrimonio genetico è della donna. Ma parcellizz­ando la maternità, l’utero in affitto ci riporta a un’idea patriarcal­e della gestazione come semplice ospitalità. E invece è proprio nella gestazione che si realizza il legame tra madre e creatura: in quel complesso e incessante scambio biochimico (processo epigenetic­o) che insieme al patrimonio genetico farà del bambino/a la persona irripetibi­le che sarà. Quando sarà partorito/a, è a quella madre che si vorrà riattaccar­e, è con lei che si sentirà una cosa sola, è il suo odore, la sua voce, il suo corpo che riconoscer­à. Della genetica non gli importerà nulla. Non dico che gli uomini di queste faccende non dovrebbero parlare. Ma sarebbe bene che sapessero porsi in ascolto, con una certa umiltà.

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