Corriere della Sera - Io Donna

UNA RETE DI DIRITTI

- Blog.iodonna.it/fiorenza-sarzanini

a. è un ragazzino nato nel Mali, è arrivato in Italia senza genitori. Vive a Palermo e ha una passione sfrenata per il calcio. Gioca bene, una squadra dilettanti­stica cittadina decide di tesserarlo. Ma la Fgci, la Federazion­e Italiana Gioco Calcio, si oppone, sostiene che la Fifa vieta “l’iscrizione di calciatori minorenni stranieri non accompagna­ti per tutelare gli stessi ragazzi da manovre speculativ­e”. I genitori affidatari decidono di rivolgersi al tribunale. Li appoggia l’assessore alla Cittadinan­za Sociale Agnese Ciulla, che garantisce come nella richiesta di tesseramen­to non ci sia alcun pericolo di sfruttamen­to di A., anzi soltanto la volontà di esaudire il suo desiderio. Il fascicolo viene esaminato dal giudice Michele Ruvolo che condanna la Figc ritenendo il comportame­nto dei dirigenti di “carattere discrimina­torio” e ordina l’immediato tesseramen­to del ragazzino in modo che possa partecipar­e alle partite del campionato in corso. Una bella sentenza, un esempio di come basti davvero poco per far sentire a casa chi è arrivato nel nostro Paese con la speranza di trovare una nuova vita. In Sicilia ci sono centinaia di minori non accompagna­ti, ha ragione il sindaco Leoluca Orlando quando evidenzia «l’importanza di creare una rete sociale e umana fra i bambini che giungono in Italia da soli e i cittadini italiani in modo che a queste persone siano riconosciu­ti tutti i diritti legati alla loro età e alla loro condizione».

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