Corriere della Sera - Io Donna
TUTTI CONTRO IL PREMIER
«quando mi attaccano do il meglio»: questa è una frase che, nei momenti più complicati, il Presidente del consiglio ama ripetere spesso ad amici e collaboratori. Non è una sbruffonata di RenziD’Artagnan. Il premier non sopporta di essere «dipinto come un guascone, sempre pronto ad attaccar briga ». La verità, racconta lui, è che «io sto conducendo una battaglia per il mio Paese, ma qui è pieno di gente che non si rende conto, o fa finta di non rendersi conto, di quanto questa partita sia rilevante per il futuro dell’Italia e dell’Europa intera ». Troppo melodrammatico? Troppo enfatico? Può darsi, ma Renzi è fatto così e si è convinto che questa battaglia sia fondamentale per il Paese. Però, guardando al numero ingente di nemici che si sta facendo il premier di questi tempi, c’è da dire che forse Renzi ha un problema. Ha contro l’Europa, la Cgil, gli alti garofani della pubblica amministrazione, mezzo Parlamento, i mandarini di palazzo Chigi e della Farnesina, i burocrati (italiani e non) di Bruxelles, la Cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente della commissione europea Jean- Claude Juncker, il Pd di rito fu- comunista, i poteri forti che speculano sul crollo italiano, e chi più ne ha più ne metta. Un po’ troppi anche per chi, come il premier, ama lo «scontro a viso aperto». Almeno così la pensa una parte dei suoi fedelissimi. Non lui, che, anzi, come confessa ai collaboratori, si gasa: « Come mi piace fare gol sotto la curva degli avversari».