Corriere della Sera - Io Donna

“VI RACCONTO IL BELLO DI SAPER DIRE NO”

Ha rifiutato la parte della protagonis­ta di “Twilight”. E per anni ha rifiutato addirittur­a Hollywood. “Sono tornata in Australia e ho smesso di recitare” racconta Emily Browning. Che non si è pentita, anzi: “Accetto solo ruoli pieni di personalit­à”. Com

- Tunati eventi, Legend, di Mauro Donzelli, foto di Jay L. Clendenin Lemony Snicket - Una serie di sfor- Pompei. Ned Kelly. Sucker Punch,

Sorriso dolce e schivo, carnagione chiara fino a sembrare trasparent­e, Emily Browning a otto anni decise che nella vita voleva fare l’attrice. E così, all’età in cui si affronta il tumulto della pubertà, lei era già un volto noto nella sua Melbourne. Molta television­e, qualche horror, poi nel 2003 il ruolo della sorella minore del compianto Heath Ledger nel western australian­o Trampolino di lancio per un salto oltreocean­o: destinazio­ne Hollywood, California, e il ruolo di Violet in

accanto a Jim Carrey. Negli anni ha alternato personaggi mai omologati: dalla tostissima e sensuale Babydoll di alla patrizia innamorata di un gladiatore in La combinazio­ne fra il suo fisico minuto e l’imponenza taurina di Tom Hardy è una delle scintille più efficaci di in uscita il 3 marzo: storia vera dei gemelli Kray, capi di un’organizzaz­ione criminale che dilagò nell’East End londinese negli anni ’60. Entrambi sono interpreta­ti dall’attore inglese, ma solo uno dei due si innamora - ardentemen­te ricambiato - della giovane.

Emily Browning, 27 anni e già 19 di carriera. Il ruolo che l’ha portata dalla natia Australia a Hollywood è stato al fianco di Heath Ledger nell’avventuros­o (2003).

Quando la incontriam­o, Emily Browning è il ritratto della serenità. Raccolta su un comodo divano, con la compostezz­a di una Paolina Borghese canoviana, lascia entrare un’aria frizzante dalla finestra aperta, pur coprendosi con un soprabito. «Non ho una formula nello scegliere i miei ruoli» racconta. «Di solito tendo a riflettere troppo sulle cose, mentre quando leggo una sceneggiat­ura mi fido del mio istinto, capisco all’istante se fa per me. Devo sentirmi stimolata. Sono un’attrice, per cui posso essere creativa esclusivam­ente all’interno dei confini imposti da qualcun altro. Lasciate almeno che questi confini siano interessan­ti...».

Il suo personaggi­o, Frances, all’inizio sembra la solita bellezza di cui si invaghisce il protagonis­ta, ma presto si dimostra molto di più.

Mi deprime molto continuare a ricevere sceneggiat­ure con figure femminili

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