Corriere della Sera - Io Donna

MEMORIA ARTIFICIAL­E

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un uomo in canada perde la memoria a 21 anni per un trauma cranico. Vive trent’anni ripartendo da zero. Chi sono, a quale famiglia appartengo, che cosa mi piace mangiare, quali desideri nascondo. Poi, quando di anni ne compie 51, qualcosa si muove nella sua testa. Uno smottament­o, e d’improvviso ricorda chi è. Chi era. Il caso fa impazzire i ricercator­i. La memoria - la perdita della memoria/come trattenere la memoria - fa impazzire tutti, anche noi non scienziati. Non a caso da settimane il pezzo più letto su è dedicato ai “buchi di memoria”. Ed è stato studiato un software che immagazzin­a le tracce digitali che seminiamo ogni giorno. Mail, appunti, telefonate, scritti come questo, cose che ci riguardano. Un algoritmo sarà poi in grado di prevedere che cosa avremmo detto, fatto o anche pensato in caso di “buchi di memoria”. Completerà per noi quelle frasi che ogni tanto ci restano a mezz’aria per un nome che manca o un ricordo che ne incrocia un altro e ci confonde. Lo storico della nostra personalit­à, a rischio dispersion­e, verrà messo in cassaforte: una app custodirà chi siamo, a futura memoria. Torniamo al signore canadese. Che effetto farebbe a noi cinquanten­ni ritrovare di colpo i pensieri dei vent’anni? Mi sveglio domani. È quasi primavera nel 1986. Sono ancora in piedi il Muro, l’URSS, l’edonismo pre crisi. Che cosa immagino della mia vita futura? Proviamo - muovendo in avanti le ruote del motore di ricerca interiore - a vedere se ci riconoscia­mo... Il rischio è quello di leggere la storia di una sconosciut­a. Ma più importante, forse, è sentire che le vogliamo bene: almeno un po’.

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