Corriere della Sera - Io Donna
IL GIARDINO PER ME È COME UN RACCONTO
Era il fattorino di un fioraio a Siena. Adesso colleziona medaglie d’oro al Chelsea Flower Show di Londra. Il segreto di Luciano Giubbilei? La pazienza. Per trasformare un orto in un capolavoro (temporaneo) servono quattro anni...
Un giardino ben riuscito, secondo Luciano Giubbilei, è come una buona lettura. Man mano che ci s’inoltra sia nell’uno che nell’altra veniamo attratti dal ritmo della narrazione, dalle zone d’ombra che si alternano a momenti più lievi e dai grandi e piccoli misteri che si rivelano passo dopo passo, pagina dopo pagina, fino a che non ne veniamo catturati. Anche quella di Giubbilei, giardiniere di origini senesi che in Inghilterra, dove abita dal 1993, ha conquistato premi e riconoscimenti tra cui - per ben tre volte - l’ambito del Chelsea Flower Show, è una storia avvincente. Documentata in un libro di prossima uscita,
(fotografie di Andrew Montgomery, Ed. Merrell), questa storia il paesaggista ce la racconta una domenica pomeriggio nel suo studio a pochi passi da Battersea Park, a Londra. Uno spazio immacolato in un’ex lavanderia di epoca vittoriana che oggi ospita perlopiù studi di architetti e designers.
«sono diventato giardiniere per amore». Mentre ripercorre il filone romantico dei ricordi, Giubbilei mostra meno dei suoi 45 anni. A diciotto conobbe una ragazza inglese che studiava storia dell’arte a Siena. Andarono a vivere in un casolare sulle colline di Brolio e lui piantò il suo primo orto. «In quegli anni, i primi Novanta, il massimo cui si poteva aspirare a Siena era un posto al Monte dei Paschi». Lui voleva lavorare con le piante. Per mesi suonò ai cancelli delle grandi ville toscane ma senza sbocchi. Ripiegò facendo il fattorino per un fioraio. «La mia ragazza mi disse che in Inghilterra c’erano corsi che mi avrebbero permesso di dare struttura a questa mia passione per le piante». Fu grazie a lei che il giovane s’iscrisse all’Inchbald School of Design, a Londra. Conquistò il premio come