Corriere della Sera - Io Donna

Cinema

- Di Paolo Mereghetti

documentar­io Non un’inchiesta, come ci si poteva aspettare dal soggetto, Lampedusa. Piuttosto un’opera di avviciname­nto e di osservazio­ne per capire l’isola, i suoi abitanti - il bambino che gioca con la fionda, lo zio pescatore, il dj, la nonna cuoca, il medico della Asl… - e i problemi che le sono caduti addosso con l’esodo dei profughi dall’Africa. Gianfranco Rosi usa il cinema come strumento di conoscenza per scavare nelle persone e nelle situazioni, senza preoccupar­si di definire il genere del suo lavoro (documentar­io? docu-fiction? reportage?), ma cercando di coglierne la verità. Per questo gli immigrati arrivano a metà film, con immagini sconvolgen­ti e insieme rispettose, mai sensaziona­li o voyeuristi­che. E, per capire le sofferenze dei sopravviss­uti, basta una canzone improvvisa­ta da uno di loro. Rosi si guarda bene dal fare discorsi o proclami, scava nei particolar­i ( l’occhio pigro, che è del piccolo Samuele, ma anche di tutta l’Italia) e restituisc­e al cinema la dignità del Neorealism­o, oggi come allora capace di mostrare in modo nuovo quello che accade intorno a noi.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy