Corriere della Sera - Io Donna

LE COLPE STORICHE DI HILLARY

- Coming out New York Times,

premesso che chi scrive tifava Clinton nel 2008 contro Obama, perché la riteneva più progressis­ta; premesso pure che chi scrive non pensa che sia stata lei, come sostiene Maureen Dowd sul ad aver ucciso il femminismo. Premesso questo e altro, i guai di Hillary Clinton nelle primarie 2016 paiono un segnale del declino di un tipo di femminismo predominan­te almeno sui media e in tv, quello per femmine di ceto medioalto. Che ha colpe storiche: è imploso nel “pensiero della differenza”, ignorando diritti e problemi delle donne meno avvantaggi­ate, non ha difeso abbastanza il diritto alla contraccez­ione e all’aborto, ha scoraggiat­o il

delle donne non etero (in Italia di sicuro), si è occupato delle istanze da signore con la colf. Poi, va bene, è normale che le ragazze precarie dell’Occidente votino un Bernie Sanders il cui messaggio è: «Sono con voi, perché abbiate dei lavori pagati decentemen­te e magari dei congedi di maternità» (negli Stati Uniti non esistono) piuttosto che una Hillary che vuole essere la prima donna presidente, costi quel che costi. Poi, va bene, è normale che - sempre chi scrive - incontri un’abbiente giovin signora hillarista che, dopo aver cresciuto i suoi piccini ed essere stata molto compatita dalle amiche per non aver potuto realizzars­i, ha preso un lavoro part-time e spiega: «Però gli ho detto che a luglio-agosto non ci sono, se non faccio due mesi di vacanza io stiro, scusa». Prego. Ci sono femmine con questioni più urgenti, si teme.

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