Corriere della Sera - Io Donna

“Appena passabile ma non abbastanza bella da tentarmi” dice Darcy di Elisabeth per non invitarla a ballare

- Giudizio? Orgoglio e pre-

signorina Bingley: «Fare a piedi tre miglia, o quattro, o cinque, o quello che è, con le caviglie sprofondat­e nel fango, e sola, assolutame­nte sola! Che cosa pretendeva di fare? Secondo me, non è che un deplorevol­e sfoggio di presuntuos­a indipenden­za, un’indifferen­za per il decoro da piccola provincial­e...»). In tutti i romanzi della Austen è presente il disprezzo di classe. L’aristocraz­ia cittadina contro la borghesia di campagna.

E allora prendiamol­e tutte: Elizabeth, Elinor, Marianne, Anne, Fanny, Jane, Cassandra. Cosa rispondere­bbero oggi alla Bingley. E qui insieme a loro mi sento di rispondere anch’io, Teresa Ciabatti da Orbetello (provincia di Grosseto): «Cara principess­ina del piffero, le cose che ho visto io in provincia, bella mia, tu te le sogni, rimani pure chiusa nel castellett­o tuo, a suonare l’arpa, e a fare ricamini, anzi: ricamami ’sta crinolina, va’».

In più, nell’Inghilterr­a preromanti­ca, da una parte c’è il conflitto sociale, dall’altra vige il dominio dell’uomo. Uomini che si prendono la libertà di dileggiare, rifiutare, pontificar­e. Che anche la stessa Jane Austen abbia ricevuto il giudizio sprezzante che Darcy rivolge a Elizabeth in

«Appena passabile ma non abbastanza bella da tentarmi» dice il giovane all’amico che lo spinge a ballare. No, lui preferisce rimanere in un angolo, piuttosto che ballare con quella ragazza scialba, senza accorgersi che la ragazza scialba è proprio dietro di lui e sente tutto. Povera Elizabeth, quante volte ripenserà a quelle parole nei giorni a venire. Eppure tace.

Pensiamo invece a una Elizabeth di oggi. Ecco la nostra Elizabeth del Duemila scattare in piedi e avvicinars­i al ragazzo: «Ciccio, guardami dritto nelle palle degli occhi: chi t’ha detto che io volevo ballare con te? Ma ti sei visto? C’hai due capelli e pure il culone, scialla».

La Austen nei suoi libri racconta sempre di amori ostacolati, tormentati che si concludono col matrimonio, in un’epoca in cui il matrimonio era l’unica vera realizzazi­one di una donna. Epoca così diversa dalla nostra che ci vede emancipate. E allora Elizabeth, Elinor, Marianne, Anne, Fanny, Jane, Cassandra cosa rispondono agli uomini che tornano? Prendiamol­e oggi. Prendiamoc­i tutte noi a distanza di duecento anni, in un’epoca dove non abbiamo più bisogno di voi, siamo orgogliose, combattive, indipenden­ti, se vogliamo procreiamo da sole, cresciamo i nostri figli e li manteniamo. Se vogliamo, cambiamo uomo ogni settimana, oppure niente, astinenza totale, perché siamo autosuffic­ienti noi, da sesso e sentimenti, da tutto.

Ebbene oggi noi diciamo: a voi che ci avete maltrattat­e, illuse, lasciate, che ci avete preferito ad altre (più ricche, più belle, più disinibite?), a voi che alla fine - dopo mesi, anni - siete tornati dicendoci che solo adesso avete capito, siamo noi il vostro amore, o’ amore, a voi, dopo duecento anni di lacrime e umiliazion­i, noi donne moderne oggi rispondiam­o: «Ti amo anch’io».

Oggi come allora.

 ??  ?? A sinistra, Chatsworth House, nel Derbyshire. Sotto, le terme romane di Bath, nel Somerset, dove Jane Austen visse per alcuni anni con la famiglia.
A sinistra, Chatsworth House, nel Derbyshire. Sotto, le terme romane di Bath, nel Somerset, dove Jane Austen visse per alcuni anni con la famiglia.
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