Corriere della Sera - Io Donna

LA FRAGILE BELLEZZA DI UNA GENERAZION­E

- Acazzullo@rcs.it blog.iodonna.it/aldo- cazzullo

la prima cosa che colpisce, nel vedere le foto della tragedia di Tarragona, è quanto fossero belle le ragazze uccise o ferite nell’incidente. Ho pensato a quando vengono in casa gli amici di mio figlio: il più basso è un metro e novanta, molti hanno gli occhi azzurri. La mia generazion­e non era così. Quando mi capita in mano una foto della mia classe di ginnasio, primi anni Ottanta, al confronto dei ragazzi di oggi sembriamo scugnizzi dell’anteguerra: eppure eravamo i figli degli anni Sessanta, il tempo in cui finalmente tutti gli italiani hanno cominciato a mangiare. Credo che mai nella storia gli uomini e le donne siano diventati più alti e più belli in un tempo così breve. Purtroppo a volte l’impression­e è che i nostri adorati figli siano cresciuti rispetto a noi soltanto in altezza. Sotto certi aspetti sono più fragili. Hanno prospettiv­e di lavoro più incerte, senza aver sviluppato una maggiore disponibil­ità al sacrificio, anzi. Di sicuro leggono meno libri, hanno consumi culturali molto diversi. Il ’700 è stato il secolo del teatro, l’800 del romanzo, il ’900 del cinema e nella seconda metà della television­e, oltre che dei giornali. Questo è il secolo della rete. Che fa tutto a pezzetti, riduce tutto a coriandoli, e li disperde per aria. Le due ore di un film sono un tempo infinito per menti abituate al ritmo sincopato di whatsapp e di Youtube. E anche noi guardiamo il telefonino, per avere notizie dei ragazzi, e tentare di capire se e quando tornano a casa.

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