Corriere della Sera - Io Donna

LA RIVINCITA DI UN’INCOMPRESA Una mostra al Castello Sforzesco rilegge (ad arte) la Ca’ Brütta, icona del ’900

- Di Lia Ferrari Brütta 1921 - Giovanni Muzio Opera Prima Ca’

Non c’è architettu­ra senza urbanistic­a. Partendo da questo assunto, nel corso del Novecento Giovanni Muzio costruì a Milano più di cinquanta edifici, dal Palazzo della Triennale all’Università Cattolica. La sua opera prima è una grande casa all’angolo tra via Moscova e via Turati, sorprenden­temente tagliata in due da una strada privata aperta al pubblico. Contiene insomma un’idea di città, e anche per questo i tecnici del Comune osteggiaro­no il progetto. Oggi Ca’ Brütta è un simbolo del Novecento a Milano e, in occasione del primo restauro conservati­vo, una mostra ci invita a riguardarl­a da vicino per capirla meglio.

- al Castello Sforzesco di Milano dal 15 aprile al 10 luglio - è curata da Giovanni Tomaso Muzio, responsabi­le dell’archivio Muzio, e da Giovanna Calvenzi. Due le sezioni. La prima (allestita nella Sala del Tesoro) riesamina il progetto attraverso disegni e documenti d’archivio. La seconda (nelle Sale Viscontee) lo fa attraverso lo sguardo di trenta fotografi da Gianni Berengo Gardin a Giovanni Gastel, che rileggono e interpreta­no l’edificio dagli esterni agli interni, dalla prospettiv­a di chi lo vive o di chi lo attraversa, offrendo al pubblico una nuova chiave di lettura. Collegano il percorso le immagini di Ugo Mulas e Gabriele Basilico, che in diversi anni hanno fotografat­o a più riprese l’edificio.

 ??  ?? Quattro foto in mostra al Castello Sforzesco. Dall’alto, in senso orario, la Ca’ Brütta ritratta da Cosmo Laera, Gabriele Basilico, Francesco Radino e Claudio Sabatino.
Quattro foto in mostra al Castello Sforzesco. Dall’alto, in senso orario, la Ca’ Brütta ritratta da Cosmo Laera, Gabriele Basilico, Francesco Radino e Claudio Sabatino.
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