Corriere della Sera - Io Donna
LA RIVINCITA DI UN’INCOMPRESA Una mostra al Castello Sforzesco rilegge (ad arte) la Ca’ Brütta, icona del ’900
Non c’è architettura senza urbanistica. Partendo da questo assunto, nel corso del Novecento Giovanni Muzio costruì a Milano più di cinquanta edifici, dal Palazzo della Triennale all’Università Cattolica. La sua opera prima è una grande casa all’angolo tra via Moscova e via Turati, sorprendentemente tagliata in due da una strada privata aperta al pubblico. Contiene insomma un’idea di città, e anche per questo i tecnici del Comune osteggiarono il progetto. Oggi Ca’ Brütta è un simbolo del Novecento a Milano e, in occasione del primo restauro conservativo, una mostra ci invita a riguardarla da vicino per capirla meglio.
- al Castello Sforzesco di Milano dal 15 aprile al 10 luglio - è curata da Giovanni Tomaso Muzio, responsabile dell’archivio Muzio, e da Giovanna Calvenzi. Due le sezioni. La prima (allestita nella Sala del Tesoro) riesamina il progetto attraverso disegni e documenti d’archivio. La seconda (nelle Sale Viscontee) lo fa attraverso lo sguardo di trenta fotografi da Gianni Berengo Gardin a Giovanni Gastel, che rileggono e interpretano l’edificio dagli esterni agli interni, dalla prospettiva di chi lo vive o di chi lo attraversa, offrendo al pubblico una nuova chiave di lettura. Collegano il percorso le immagini di Ugo Mulas e Gabriele Basilico, che in diversi anni hanno fotografato a più riprese l’edificio.