Corriere della Sera - Io Donna
La comune.
insieme. Tutto funziona finché lui si innamora di una sua studentessa, cambiando gli equilibri del gruppo. Nella vita reale Trine è felicemente legata a Niclas Bendixen, regista teatrale; hanno un figlio, Axel, che adorano portare spesso nella loro casa al mare a un’ora da Copenhagen. Ha mai avuto esperienza diretta di vita nelle comuni? No, ma per prepararmi al film ho parlato con molte donne che hanno vissuto quell’esperienza negli anni Settanta. Mi hanno raccontato di aver sentito una grande pressione, perché all’epoca se non ti allineavi allo stile dello spirito libero ti reputavano strana. Ho trovato interessante proprio questo paradosso, la libertà accompagnata dalla pressione. Lo trova un esperimento fallito? Sono grata a quella generazione, ha vissuto fuori dagli schemi. Grazie a loro si è arrivati a parlare di sesso, prima non potevi nemmeno divorziare. Venivano dagli anni Cinquanta e avevano bisogno di una rivoluzione, ma non conoscevano le conseguenze di un certo modo di vivere. Che invece noi conosciamo. Le sembrerò ma credo che le nuove generazioni creeranno comuni, anche se di tipo diverso. Dobbiamo condividere molto di più, magari non le mogli e i mariti, ma i beni materiali. I tempi stanno cambiando e non possiamo più pensare di avere ognuno la propria automobile... Nella vita vera sarebbe accondiscendente com’è sullo schermo con suo marito e la sua nuova fiamma, che ha la metà dei suoi anni? Non so che cosa farei, forse sarei confusa e miserabile come Anna. È una donna vittima delle sue stesse idee, non lo manda al diavolo e se ne va, come dovrebbe fare. Ma quante volte, intrappolati dalle emozioni, ci è successo di non riuscire a muoverci? Lei non si è sposata. Per paura? Io e il mio compagno siamo insieme da otto anni, e invece di un matrimonio abbiamo un figlio che ci unisce! Axel ha rappresentato il grande