Corriere della Sera - Io Donna

VERITà PER MIO FIGLIO, GIULIO REGENI

- Blog.iodonna.it/fabrizio- roncone

Questo spazio è riservato a Paola e a Claudio Regeni, i genitori di Giulio, il ricercator­e italiano torturato e ucciso in Egitto. Sono una madre e un padre che chiedono di sapere la verità sulla fine di loro figlio. Una verità che il regime egiziano ha, finora, soltanto insabbiato, fornendo piste investigat­ive improbabil­i e offensive, buone solo per tenere al sicuro i responsabi­li dell’omicidio

«Come ho già detto - spiega la signora Paola Regeni - ho riconosciu­to mio figlio dalla punta del naso. Così me lo hanno restituito dall’Egitto: solo dalla punta del naso sono riuscita a riconoscer­lo. E io, adesso, pretendo di sapere chi e perché l’ha ridotto così. Giulio era solo un ragazzo, era andato in Egitto per fare ricerca, per conoscere, sapere, Giulio era un ragazzo contempora­neo. Non era un giornalist­a e non era una spia. Ci avevano sconsiglia­to di vederlo, all’obitorio, in Egitto. Ma quando il corpo di Giulio è arrivato in Italia mi sono detta no, una mamma deve guardarlo suo figlio, una mamma non può fare la vigliacca con suo figlio. E allora l’ho visto, l’abbiamo visto io e mio marito e in quel momento qualcosa si è bloccato dentro di me. Io, prima, piangevo per un niente. Da quel momento, da quando l’ho riconosciu­to dalla punta del naso, non ho più lacrime: piangerò solo quando saprò chi, in Egitto, ha ucciso mio figlio. Confido nel governo italiano. Confido che non tolleri più le sceneggiat­e del governo egiziano. Un cittadino italiano non può essere preso e torturato e ucciso fra sofferenze atroci».

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