Corriere della Sera - Io Donna
MA I RICCHI NON VANNO IN PRIGIONE?
leggendo i giornali si ha l’idea di un mondo continuamente percorso da enormi reati. Una quantità incredibile di persone che si rifiutano di pagare le tasse. Multinazionali potentissime che fanno di tutto per ottenere privilegi in maniera fraudolenta. Politici che accettano grosse mazzette in cambio di grossi favori. Potenti prelati che ne combinano di tutti i colori. Sicuramente non è così, ma sembra proprio che le persone più sono potenti e ricche, più commettono reati. O forse il contrario: più reati commettono più diventano potenti e ricche. È facile pensare che non pagando tasse è più semplice diventare ricchi. E ottenendo privilegi non è così impossibile diventare potenti. Rimane che, leggendo i giornali, sembra quasi che esista un automatismo, una corrispondenza, fra ricchezza e reato. Non è sicuramente così. Ci saranno sicuramente persone ricche ed oneste. E probabilmente la loro onestà non fa notizia. Però...Però mi chiedo: se i giornali sono pieni di notizie che riguardano reati commessi da persone ricche e potenti, anche se molte di queste notizie alla fine si riveleranno infondate, possiamo ragionevolmente pensare che almeno percentualmente qualcosa di vero ci sia? Diciamo che su dieci notizie di ricchi e potenti che commettono reati almeno tre potrebbero essere vere? E allora, ecco dove voglio arrivare, perché le patrie galere sono piene di povera gente e nessuna cella ospita gente ricca e potente? I reati li commettono i ricchi e in galera ci vanno i poveri. In fondo è una bella divisione dei compiti.