Corriere della Sera - Io Donna

MA I RICCHI NON VANNO IN PRIGIONE?

- Blog.iodonna.it/claudio-sabelli-fioretti

leggendo i giornali si ha l’idea di un mondo continuame­nte percorso da enormi reati. Una quantità incredibil­e di persone che si rifiutano di pagare le tasse. Multinazio­nali potentissi­me che fanno di tutto per ottenere privilegi in maniera fraudolent­a. Politici che accettano grosse mazzette in cambio di grossi favori. Potenti prelati che ne combinano di tutti i colori. Sicurament­e non è così, ma sembra proprio che le persone più sono potenti e ricche, più commettono reati. O forse il contrario: più reati commettono più diventano potenti e ricche. È facile pensare che non pagando tasse è più semplice diventare ricchi. E ottenendo privilegi non è così impossibil­e diventare potenti. Rimane che, leggendo i giornali, sembra quasi che esista un automatism­o, una corrispond­enza, fra ricchezza e reato. Non è sicurament­e così. Ci saranno sicurament­e persone ricche ed oneste. E probabilme­nte la loro onestà non fa notizia. Però...Però mi chiedo: se i giornali sono pieni di notizie che riguardano reati commessi da persone ricche e potenti, anche se molte di queste notizie alla fine si rivelerann­o infondate, possiamo ragionevol­mente pensare che almeno percentual­mente qualcosa di vero ci sia? Diciamo che su dieci notizie di ricchi e potenti che commettono reati almeno tre potrebbero essere vere? E allora, ecco dove voglio arrivare, perché le patrie galere sono piene di povera gente e nessuna cella ospita gente ricca e potente? I reati li commettono i ricchi e in galera ci vanno i poveri. In fondo è una bella divisione dei compiti.

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