Corriere della Sera - Io Donna
Il Valyriano è una lingua vera e propria, fatta e finita. Vorrei poterla imparare come si deve... Mi danno le battute, ma non il dizionario
quello che le stava succedendo? Solo di recente. Ho lavorato di continuo, non c’è stato tempo per fermarsi e godersi l’attimo. È successo tutto lentamente. Deve essere una grande soddisfazione per i suoi genitori... Sì! Mio padre lavora in teatro, sapeva in quale universo stavo entrando. Non avrei potuto avere dei genitori più solidali. Ma se avessi detto: «Papà, voglio a tutti i costi fare il giardiniere» mi avrebbero comunque sostenuta. Riesce a ricordare il momento in cui hai deciso di diventare un’attrice? C’è mai stato un piano B? Non ho mai veramente considerato nient’altro. È il primo ricordo che ho. Ma non sono andata a scuola di recitazione prima di compiere 18 anni, ho studiato E La costola di Adamo di George Cukor. Tra i contemporanei mi piacciono gli indipendenti e tutto quello che c’è di nuovo ed entusiasmante. Quindi Trono di Spade non è in cima alla lista delle sue preferenze? È proprio in cima, invece... Dunque lo segue, da spettatrice? Certo! E noi non riusciamo a vederlo prima degli altri. Così lo guardo in tv, come chiunque. È molto frustrante. Si è mai espressa per un giorno intero in Valyriano, la lingua parlata nella fortezza di Valyria nella serie tv? Ecco, proprio questo è il punto. Ricevo le mie battute, ma non mi danno il dizionario. È una lingua vera e propria, fatta e finita. Vorrei poterla imparare come si deve... Ho la traduzione in inglese moderno e solo