Corriere della Sera - Io Donna

Volevo un realismo nuovo, che non prestasse attenzione solo alla dimensione umana, dunque non solo personaggi umani, ma anche bambole, robot, statue. In Giappone fanno i funerali alle bambole

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L’ha letto qualcuno? Mia madre che cercò di farmi editing: “Trasforma la bambina in bambola”, voleva correggere il mio immaginari­o. E lei? L’ho lasciata bambina. Cos’è per lei la scrittura? In Occidente la scrittura è nata per scopi commercial­i. In Cina per scopi spirituali. Come trascrizio­ne delle risposte degli dei alle domande degli uomini. Ecco, io sono più legata all’idea di scrittura cinese. Perché? Mi sento molto più una scrittrice che una persona. Lo so, sembra una posa... ma la mia modalità di partecipaz­ione alla vita ha più a che fare con la narrazione che con la mia diretta partecipaz­ione. Vive poco? Vivo moltissimo per contrastar­e la tendenza a iper-osservare. In che modo fa esperienza? In terza persona. Anche Yuki, la protagonis­ta del libro? Yuki verso la fine del libro passa dalla terza persona alla prima. Chi sono i Bambini di ferro? Il risultato di un esperiment­o fallito. Nel buddismo antico: le menti troppo bisognose e dunque impossibil­i da salvare. Il bisogno rende fragili? Il dramma di Yuki è essere così bisognosa. Troppo bisogno ti espone a tutto il male del mondo. Lei è bisognosa? Ho molte costellazi­oni. Cambio ogni anno città, non ho una casa dove ritrovare le mie cose. Costruisco mondi

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ultimo libro di Viola Di Grado, edito da La nave di Teseo.
La copertina di ultimo libro di Viola Di Grado, edito da La nave di Teseo.

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