Corriere della Sera - Io Donna

EFFETTO NOIA. DI GENERE

- Corriere, blog.iodonna.it/barbara-stefanelli

françois-henri pinault ha annunciato che il Cda di Kering, protagonis­ta del lusso mondiale, sarà composto “per quasi due terzi da donne”. Molto più di quanto prevedano le leggi francesi. Molto più di quanto le aziende, in fondo, siano disposte ad augurarsi per il proprio futuro (il presente non è quasi mai in discussion­e). Perché la verità - spiega Maria Silvia Sacchi, giornalist­a del che ha una conoscenza profonda e aggiornata delle questioni di equità & impresa - è che non c’è studio/algoritmo/statistica che tenga. Tu puoi sgolarti a forza di numeri per dimostrare come la diversità incoraggi i bilanci. Ma tutti quei discorsi - preparati con la speranza di stupire la platea - finiranno per rappresent­are soltanto una seccatura. Una ricerca - realizzata da Ewsdge (European Women Shareholde­rs Demand Gender Equality) e sostenuta dalla Comunità europea descrive una situazione statica: esiste un gruppo di società “illuminate”, che attribuisc­e alla diversity dignità di agenda all’assemblea degli azionisti, circondato da una moltitudin­e di aziende, che ritiene il tema irrilevant­e per i soci. L’organizzaz­ione - guidata da Sabine Overkämpin­g e coordinata in Italia da Manuela Cavallo e Antonia Verna - è arrivata a questa sintesi dopo aver esaminato 125 grandi imprese quotate in Borsa in 11 Paesi Ue. Che fare per vincere l’effetto noia di genere? Servono buone leggi, cultura, educazione. E servono aziende, capaci di sviluppare quelli che vengono definiti “percorsi di leadership”. Con una motivazion­e semplice: avere donne nei luoghi decisional­i aiuta il business. O un’altra: avesse ragione Pinault?

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