Corriere della Sera - Io Donna
Ombelico in mostra
Ne di Milan Kundera, tale Alain guarda le donne che scoprono l’ombelico con la vita bassa e si domanda com’è possibile che il “loro potere di seduzione non sia più concentrato nelle cosce, nelle natiche o nel seno, ma in quel buchetto tondo al centro del corpo”. Si chiede: “Come definire l’erotismo di un uomo (o di un’epoca) che vede la seduzione femminile concentrata nell’ombelico?”. Alain non se ne capacita. Dice: “Tutti gli ombelichi sono uguali”. Alla fine, quel dettaglio anatomico tanto insignificante quanto esibito si fa metafora dell’insignificanza dei nostri destini. Il che, a spanne, quanto aveva concluso anni fa il filosofo Saverio Vertone ne
un libro in cui la modernità è al capolinea avendo smarrito la centralità antropologica e avendo ripiegato sull’ombelico, buco nero di ogni narcisismo e consumismo. In Kundera era esasperata la premessa. Non “tutti gli ombelichi sono uguali”. Però, nelle donne con l’ombelico scoperto ad attrarre non è l’ombelico in sé, ma quel che c’è intorno: la pancia piatta, il girovita sottile. In definitiva, l’esibizione della capacità di forgiare il proprio corpo. Servono ore di pilates e affini. Le creme aiutano. Snelliscono, drenano, rassodano. Il risultato, a giudicare dal sorriso di (nella foto) che scopre l’addome, è una festa del buonumore. Almeno questo.
Gwen Stefani