Corriere della Sera - Io Donna
Segreti di famiglia,
intorno a lei. Una battuta per tutte: « Sì, mi sono fatta violentare» dice seduta al ristorante. «Bene, ora cosa mangiamo?». Non solo un thriller ma un’indagine sui legami affettivi della protagonista. Gli stessi ingredienti di dove Huppert è una fotografa dai rapporti familiari complicati: «Una reporter di guerra famosa ma anche una donna che fatica a tenere insieme la vita privata e quella professionale. La conosciamo attraverso gli occhi del marito, dell’amante, dei figli, dei colleghi. Una ricostruzione del personaggio attraverso frammenti e visioni altrui che mi è molto piaciuta». Di certo è misteriosa, un po’ come Huppert: sarà un caso se anche lei si chiama Isabelle? «Dare al personaggio lo stesso nome dell’attore è un trucco del regista, secondo me: lasci uno spiraglio all’ambiguità, all’idea che il fi lm sia un documentario su chi lo interpreta ».
Ma non illudetevi, è solo un trucco, appunto: Huppert resta un mistero. «Nel fi lm sono e non sono io, come sempre. Da quando ho cominciato a lavorare, penso che recitare sia anche un percorso di ritorno a se stessi. Ma il cinema è soprattutto ciò che accade sul set davanti alla macchina da presa ».
lei, comunque, a conciliare vita privata e professione dev’esserci riuscita, se è compagna dal 1982 dello stesso uomo, il regista e produttore Ronald Chammah, e se ha trasmesso ai tre figli la sua stessa passione per il cinema: Lolita è attrice, Lorenzo ha aperto a Parigi un cinema d’essai, Angelo frequenta il liceo a indirizzo cinematografico. «Il cinema non ci ha mai diviso, anzi, ci ha tenuto insieme. Tengo alla famiglia più che a tutto il resto. A volte sono stata poco presente, ma sempre attenta. E ho cercato di trovare il tempo per tutto: nella quotidianità e nei rapporti con gli altri cerco la semplicità. Il fatto che abbia interpretato così spesso donne nevrotiche fa pensare che lo sia anch’io. Un po’ è vero. Ma solo un po’».