Corriere della Sera - Io Donna

Nella città di Altamira, con il cantiere in corso, la popolazion­e è esplosa. Sono collassati i servizi, ed è in aumento criminalit­à, droga, prostituzi­one

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E il più forte ha vinto, quello del sud-est e quello del potere», riflette Dal Marcondes. «È un intero sistema di sviluppo che è fallito», aggiunge.

Thais Santi spiega infaticabi­le il gioco truccato su cui poggia l’opera. Norte Energia è una creatura dello Stato che ne controlla la proprietà; ma è una società privata, concession­aria unica. Per cui può giocare con due maschere. Racconta il giornalist­a: «Come impresa pubblica ad Altamira ha costruito acquedotto e rete fognaria. Ma non li ha allacciati alle case: problema del comune, ha detto, siamo un’impresa privata. E così si continua senza acqua potabile e a sversare nel fiume».

E ancora. Le autorizzaz­ioni ambientali sono state date dall’Ibama che è un ente governativ­o e non indipenden­te. E così lo è il Funai per i vincoli indigeni. «Mentre la Defensoria Publica, che dovrebbe essere a fianco dei cittadini, neanche si presentava alle audizioni», racconta Thais Santi.

Certo, ci sono voluti 35 volumi per redigere lo Studio di Impatto Ambientale. Il via libera è arrivato in cambio di opere e programmi di compensazi­one (alcuni anche trentennal­i) pari a 4,5 miliardi di Real (oltre 1 miliardo di euro) sui 30 del progetto complessiv­o. Ma la stessa Ibama ha nel frattempo comminato ben 12 sanzioni per violazioni ambientali e altrettant­e il Ministerio Publico Federal per le ferite ai diritti indigeni. Chiunque sa ormai che per convincere le comunità native furibonde, la Norte Energia le ha sommerse di regali, alcol, telefonini, frigorifer­i, barche e pick up. Un saccheggio sociale. «Si chiama etnocidio», insiste la procuratri­ce.

E poi c’è Altamira, che ha visto i propri abitanti crescere da 100 mila a 150 mila, 25 mila solo di operai del cantiere. La città ne è uscita sfigurata. Il paesaggio urbano è molto meno romantico dell’abituale calura appiccicos­a dei tropici, il caos del traffico, le acrobatich­e danze di tecnobrega e la quantità di corpi seducenti. La realtà è che i servizi sono collassati, gli affitti e i prezzi volati, risse e furti aumentati del 40 per cento, prostituzi­one e traffico di droga come mai prima. «Un giorno Belo Monte sarà giudicato», ripete Thais Santi. E forse quel giorno non è poi così lontano.

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Un quartiere di Altamira che verrà allagato dalle acque deviate con la diga di Belo Monte.

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