Corriere della Sera - Io Donna

SIMONA TAGLI E LA GUERRA ALLE BICICLETTE

- Mrodota@rcs.it

l’italia è un paese variamente inguaiato. Si sa. Ora - per fortuna - sono stati individuat­i i responsabi­li dei disastri, dell’arretramen­to, del declino. Sono i ciclisti e i vegani. Specie se femmine, che fanno più ridere. Oddio, fa ridere, pare, l’imitazione in tv di cuochi vegani maschi, presumibil­mente poco virili. Suscita invece virili simpatie - sull’onda dell’opposizion­e alla dittatura del politicame­nte corretto, che per la verità in Italia non s’è mai vista e quelli che dicono “negro”, “frocio”, e anche, tuttora, “calabrese”, vengono trovati divertenti­ssimi - la candidatur­a al Comune di Milano di Simona Tagli. Era la bonissima del Cruciverbo­ne, la domenica, quando eravamo tutti più giovani; è ancora bella e procace e ora corre per Fratelli d’Italia. Promette di togliere le piste ciclabili perché rallentano il traffico. Dichiara «a New York nella Quinta Avenue non ho mai visto una pista ciclabile» (sic) mentre «Milano è piena di piste ciclabili che sono oggetto di strumental­izzazione politica » ( boh). Continua a piacere a tanti uomini, anche di sinistra, proprio perché è una donna che fa di tutto per essere sexy e per insultare chi va in bici. Poi, non importa se i guai veri sono altri, che meno carne e meno scappament­i tolgono lavoro sì, ma agli oncologi. Meglio essere sprezzanti con chi si priva di proteine animali e di motori (meglio guardare il video di Tagli che non riesce a scendere da una bici, è una metafora delle donne che cercano di compiacere troppo, volendo, anche).

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