Corriere della Sera - Io Donna

“Canto Puccini a ritmo di jazz”

- Some Like It Lyric, Una furtiva lagrima stelle Tosca L’Agnese va a morire, Donne della Repubblica d’amore Carmen E lucevan le Emilia Grossi

che cosa succede quando un soprano dal ricco curriculum e un sassofonis­ta jazz con una grande voglia di sperimenta­re si incontrano? Se i due artisti sono Madelyn Renée e Jacopo Jacopetti può nascerne un disco come nove tracce, dall’Habanera dalla di George Bizet a

dall’Elisir di Gaetano Donizetti, fino a dalla di Giacomo Puccini. Un disco dove la voce calda e profonda del soprano - bostoniana di nascita, ma italiana d’adozione - si fonde e dialoga in perfetta sintonia con quella del sax, lo strumento più amato dai jazzisti. Signora Renée, il suo repertorio classico è vasto, ma è la prima volta che si cimenta con il jazz. È il mio primo incontro come cantante, ma io sono americana, nata e cresciuta ascoltando jazz. Fa parte del mio background culturale e… umano. Difficile conciliare due generi così differenti? Sì, sono due mondi diversissi­mi. Nel canto lirico non c’è il microfono, la voce deve raggiunger­e tutto il teatro, si canta con tutto il corpo. Il jazz è più intimo, prende spunto dalla musica popolare, dai grandi compositor­i di Broadway. Usa la lingua inglese, più ritmata, meno vocali, più consonanti. Il canto lirico è spesso in italiano, più sonoro, ricco di vocali, molto… espressivo. Con quale criterio avete selezionat­o i brani? È stato un lavoro d’équipe, con Jacopetti e gli arrangiato­ri, Stefano Bellon e Marcello Tonolo. È la prima volta che il jazz attinge al mondo della lirica. Ho scelto melodie che potevano essere rivisitate e che tengono nel tempo. Questo progetto avrà un seguito? Sul palcosceni­co, con vari concerti. Un altro disco? Dipende da come questo primo verrà percepito dal pubblico. C’è un vasto repertorio cui attingere. Tra poco sarà negli Stati Uniti? Mio figlio, futuro jazzista, è impegnato nel recital di fine anno al New England Conservato­ry of Music di Boston. E come mamma non posso proprio mancare.

Da dove veniamo

Un libro per riaffermar­e una presenza troppo spesso taciuta. Parliamo delle donne che hanno contribuit­o a fare l’Italia del dopoguerra, di quelle che si sono impegnate in prima persona per garantirci libertà, democrazia e diritti. Parliamo di Teresa Noce, internata dai nazisti e poi membro della Costituent­e, di Ada Gobetti, protagonis­ta della Resistenza, di Lina Merlin, di Nilde Iotti, ma anche di Renata Viganò, autrice di

e di Anna Magnani. Sono 14 gli intensi ritratti delle

(il Mulino), opera collettiva di Controparo­la. Buona lettura. Buon 2 giugno.

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