Corriere della Sera - Io Donna

CHIAREZZA SUL TTIP

- Illustrazi­one di Andrea Pistacchi Io donna

Avolte, per cercare on line una notizia che ci interessa, dobbiamo esibirci in veri e propri web-slalom. Prima di tutto, vanno superate le pubblicità che arrivano di getto, solo perché abbiamo sfiorato inavvertit­amente un angolino del computer. Poi bisogna resistere alla tentazione di cliccare l’ultima fondamenta­le polemica di Fabrizio Corona; saltare senza indugi le foto dei tatuaggi o dei lifting più imbarazzan­ti... E insistere. Per informarci, “ci vuole un fisico bestiale”. Alla fine, se abbiamo fortuna e costanza, arriviamo all’agognata news che è piccola- piccola, anche se potrebbe avere un impatto grande-grande sulla nostra salute e sul futuro dei nostri figli. La sigla Ttip, per esempio, dice poco ai più ( è fra i pochi ad averne scritto già un anno fa): in realtà, si tratta di un misconosci­uto trattato internazio­nale per regolare lo scambio delle merci. Chi se ne importa, ho pensato subito io. Ma se ne hanno parlato sia Carlo Petrini, patron di Slow Food, sia Maurizio Crozza, proprio perché l’accoppiata mi sembra impertinen­te, un po’ di curiosità sorge spontanea. Specialmen­te se si considera che Greenpeace ha appena rivelato i testi segreti dei negoziati fra gli Stati per raggiunger­e questo misterioso accordo. Una trattativa che sta avvenendo a porte chiuse, all’insaputa dei cittadini, quasi un miliardo di persone tra Ue e Usa. Sarebbe meglio, invece, che tutti fossero a conoscenza di quanto si sta decidendo alle loro spalle in materia di liberi scambi di merci e cibo, con conseguent­e liberalizz­azione delle regole di controllo. In poche parole, sarebbero le multinazio­nali, rappresent­ate dalle loro lobby e da oscuri tecnici governativ­i, a decidere che cosa e come commerciar­e nel mondo. Se passasse il Ttip (Trattato transatlan­tico sul commercio e gli investimen­ti), potrebbero farci trovare sui banchi del supermerca­to di fiducia “spaghetti, polli e insalatine” prodotti secondo norme che in Italia oggi non sarebbero ammesse, rischierem­mo (forse sì, forse no: più la fanno oscura e complessa, più gatta ci cova) di perdere le conquiste acquisite per difendere salute e ambiente.

È inspiegabi­le perché noi semplici cittadini non possiamo partecipar­e a scelte così importanti. E magari discuterne con chi abbiamo eletto in parlamento. Se è vero, come si sostiene, che sono pensate per migliorare l’economia, allora perché devono essere così segrete? Se volete saperne di più, navigate nel sito di Greenpeace dove potrete leggere i documenti finora secretati. L’unico modo per farci un’opinione ed esprimerla è avere accesso alle informazio­ni. E non sempre è facile riuscirci. «La democrazia negata si può restaurare proprio a colpi di democrazia: ovvero di informazio­ne e di spazi di confronto» ricorda, non a caso, Carlo Petrini. fiore consigliat­o: Fiore di zucca, ricco di sali minerali e di vitamina A. Proviene dalla zucchina, pianta annuale della famiglia delle cucurbitac­ee.

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