Corriere della Sera - Io Donna
C’È CHI PRENDE ALLE SPALLE IL DEPUTATO
le unioni civili sono diventate legge dello Stato da poco meno di un mese, ma ci vorrà del tempo prima che in Italia cambi una certa mentalità nei confronti del mondo gay. E, soprattutto, prima che muti nei palazzi della politica. Non si sta parlando del fatto che il Parlamento, nonostante i tentativi portati avanti anche nella scorsa legislatura da deputati del Pd come Paola Concia, non sia stato ancora in grado di approvare una legge sull’omofobia. È il modo di fare di alcuni rappresentanti del popolo che dà da pensare perché rispecchia una buona dose di arretratezza. Si prenda, per esempio, il clima in cui si è svolta alla Camera la votazione finale sulle unioni civili. Frizzi, lazzi, battute e allusioni. Deputati del Pd che si vergognavano di mettere all’occhiello il nastrino arcobaleno, temendo di svilire la loro virilità. Deputati del Movimento 5 stelle in vena di ironie, come Alessandro Di Battista, che, alla buvette di Montecitorio, si spalmava sulla schiena di un collega grillino quasi mimando un atto sessuale. Deputati (e deputate) che si davano di gomito quando la suddetta Concia, ex parlamentare, lesbica dichiarata, piangendo per la commozione e la felicità abbracciava le compagne di partito intorno a lei. Insomma, uno spettacolo non certo edificante. L’unica consolazione è che tra i parlamentari presenti in quel palazzo solo una minoranza (per quanto ben nutrita) non aveva compreso appieno il valore del provvedimento che era stato appena approvato.
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