Corriere della Sera - Io Donna

BASTA SHOPPING DA CHI TI INSULTA

- Fat shaming, Mrodota@rcs.it

se avete paura delle commesse dei negozi con pretese anche adesso che, per via dell’impoverime­nto collettivo, sono più gentili, non siete mai state dalla Donna Più Antipatica del Pianeta. È una signora settantenn­e che gestisce un negozio abbastanza famoso del centro di Roma; famoso perché aveva bei vestiti e perché lei trattava malissimo tutte le donne oltre la taglia zero. Siamo andate a vedere se, con l’età, si fosse addolcita. Non è successo. Eravamo in quattro, ci ha detto di tutto. Cioè, ha detto a tutte le stessa cosa. « Questo vestito le si addice perchè è furbo sul pancino» (trad: sei grassa). «Non so se di quello ho la large» (trad: sei grassa). «Dovrebbe mettersi cose spiritose» (trad: sei grassa). «Lei ha un fisico importante, diciamo maestoso» (trad: sei grassa). Le abbiamo comunque lasciato alcuni stipendi. Non lo faremo più. Perché è come essere mulatti e fare shopping da un nazista. Come essere gay e andare in psicoterap­ia da Giovanardi. Essere donne e farsi insultare in quanto non obbedienti al Canone Unico di Bellezza Macilenta. È, ce lo diciamo da sole, autolesion­ista. Le infibulatr­ici del senso di sé delle femmine, della capacità di sentirsi belle, vanno, andranno evitate. Perché poi è bella chi è bella, non chi porta bene i vestiti; gli attaccapan­ni li indossano da Dio, per dire. Quello che gli anglosasso­ni lo chiamano far vergognare per il grasso, viene tuttora praticato in modo bieco. Neanche gratis, poi, il che spinge alla ribellione.

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