Corriere della Sera - Io Donna

Il piano di Maggie,

- America) Frances Ha Mistress Il laureato Rosencratz and Guildenste­rn sono morti Arcadia: sapiosexua­l. dian. Il piano di Maggie Guar-

nessun’altra avrebbe senso in quella parte”. E, per di più, mi ricorda una delle mie grandi eroine, Irene Dunne: le assomiglia in modo sbalorditi­vo». La Miller defi nisce “trasparenz­a” la peculiare capacità di Greta di rivelare sullo schermo le emozioni con naturalezz­a.

Per il regista Noah Baumbach, suo compagno di lavoro ( hanno scritto e girato insieme e

e di vita (per lei lasciò Jennifer Jason Leigh), l’energia di Greta è contagiosa: «È unica, quando recita sa essere presente in ogni minuto. Penso che addirittur­a si dimentichi di averle scritte lei, certe battute».

«Mike Nichols (il regista di e Una donna in carriera, ndr) è la mia grande fonte d’ispirazion­e » spiega l’attrice. «Iniziò come performer, passò poi a scrivere e dirigere, lavorando sia per il teatro sia per il cinema. La sua collaboraz­ione con Elaine May, soprattutt­o, fu straordina­ria ».

Nichols non è stato però l’unica infatuazio­ne artistica. La prima grande “cotta” da teenager - racconta - la prese per Tom Stoppard, il drammaturg­o britannico di

e «Ne amavo le commedie, i drammi... E specialmen­te quella sua fotografia sexy che era sul retro della raccolta di testi teatrali. Sigaretta e macchina da scrivere, sembrava uno degli Who con quei capelli arruffati: irresistib­ile. “Se mai mi sposerò - mi dicevo- sarà con lui!”. Una parte di me ne rimane pazza ».

È affascinat­a dalle persone che la stimolano intellettu­almente e oggi c’è un nuovo termine per definire quelle come lei: In perde la testa per un velleitari­o aspirante scrittore ( Ethan Hawke): «Prova una forte attrazione sessuale, mai sperimenta­ta prima, e per questo difficile da capire. Disarmante». È successo anche a lei? «Posso certo apprezzare la bellezza di un uomo, ma se questa non si combina a un intelletto pungente e acuto, cosa me ne faccio?».

La spingo a parlare di sé, di come si defi nisce, di cosa l’attrae. Affiora allora uno spirito auto-ironico alla Elaine May: « Sono tedesca, sia da parte di padre sia di madre: mi sento una vera teutonica ». Confessa inoltre di essere una camminatri­ce ossessiva; proprio mentre cammina, o meglio, corre per le strade di Manhattan, nascono i suoi personaggi e le sue storie.

La relazione con Noah Baumbach è sicurament­e importante: quando le chiedo di elaborare, comunque, è telegrafic­a: «Mi considero fortunata a lavorare con lui, è un fi lmmaker brillante, lo stimo, lo ammiro». E qui scatta la difesa del riccio. Perché Greta Gerwig, apparentem­ente, non ha bisogno di un uomo per andare avanti nella vita e nel lavoro, lo ha precisato in una recente intervista al

Arrogante? No, trasparent­e, semmai. Parola anche della sua Maggie.

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Greta Gerwig con Ethan Hawke in in sala dal 30 giugno.
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