Corriere della Sera - Io Donna
QUATTRO DONNE MANOVRATE DA PUTIN
quattro donne hanno consentito a Putin di fare un regalo avvelenato all’Ucraina. Prima mossa. In una prigione russa giace la trentacinquenne Nadia Savchenko, pilota militare ucraino, condannata a 22 anni per aver orientato il fuoco dei mortai che hanno ucciso due giornalisti russi nel Donbass. L’Occidente chiede che torni a Kiev, ma lei maltratta giudici e carcerieri e si rifiuta di chiedere la grazia. Seconda mossa. Putin convoca al Cremlino le vedove dei due giornalisti, e si fa chiedere da loro la grazia per Nadia. Per ragioni umanitarie, viene detto. Terza mossa. Nadia viene scambiata con due militari russi detenuti a Kiev, e torna trionfalmente in patria. Nel frattempo è stata eletta deputata nel partito di Julia Timoshenko, l’ex “pasionaria” filo- occidentale. La popolarità di Nadia non ha rivali. Quarta mossa. Come previsto da Putin, la Timoshenko conta su Nadia per raccogliere consensi per il suo partito. Ma Nadia, davanti alla folla, le rifiuta un bacio di saluto e dichiara che farà da sola. Lo stesso aveva detto a un raggiante presidente Poroshenko. Cosa farà? Creerà nuove fratture nella politica ucraina, si appoggerà ai super-nazionalisti, darà sostanza alle accuse di Putin secondo cui è Kiev a non rispettare gli accordi di Minsk. Quattro donne e quattro mosse per creare nuove tensioni in casa del nemico, Putin deve sentirsi soddisfatto. Ma forse tra non molto si vedrà che ha sbagliato i calcoli: Nadia ha tutti i numeri per farsi eleggere Presidente. E allora povero Putin. E poveri noi, che non vogliamo guerre nel bel mezzo dell’Europa.