Corriere della Sera - Io Donna

LA MOGLIE SEGREGATA E IL VIAGRA

- Froncone@rcs.it

Questa storia mi è stata raccontata dalla dottoressa S.G., medico di famiglia a Roma. Quando l’ho sentita, mi è subito sembrata una storia con dentro un mucchio di grandi e forti verità.

Allora, tra i miei pazienti c’è un egiziano che lavora in una famosa pizzeria del centro storico. Le fa proprio lui, le pizze: prepara l’impasto e inforna. Squisite, dicono. Ora succede che, a un certo punto, questo egiziano di 40 anni, alto e aitante, comincia a presentars­i regolarmen­te in studio, chiedendom­i, ogni volta, la prescrizio­ne per una scatola di Viagra. All’inizio, tra un sorrisetto e un sospiro, io non sono stata troppo a indagare. Poi, un giorno, ho sentito il dovere di capire meglio. E gli ho chiesto: no, mi scusi, ma lei deve dirmi perché le servono tutte queste pasticche di Viagra. Non sono caramelle. E lui? Mi guarda, si emoziona, la voce comincia a tremargli, occhi lucidi, china la testa. Poi mi fa: “È colpa mia”. Io non capisco. Lo incalzo. E così mi spiega che da qualche mese è riuscito a farsi raggiunger­e dalla moglie e dai due figli. Tutto bene, solo che lui pretende che la moglie non esca di casa. I bambini li porta a scuola lui ed è lui che va a riprenderl­i. È anche lui che provvede alla spesa. Gelosia cieca mista a integralis­mo religioso. E il Viagra che c’entra? C’entra, eccome! La povera moglie accetta questa specie di clausura ma tutte le notti pretende di fare l’amore. E quello, tornando a casa sfinito alle 3 del mattino, quel cretino, in qualche modo deve per forza aiutarsi.

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