Corriere della Sera - Io Donna
Gli uomini preferiscono le bionde.
farsi scappare l’occasione, e bombardò Hollywood con lo slogan coniato da Gerety. Quando il film uscì nel 1953, con Marilyn Monroe nel ruolo principale, il tono più sarcastico del musical era sparito, e
veniva cantata con passione da un’elegantissima Monroe in abito fucsia. Improvvisamente, tutte le donne, anche le più risparmiose, volevano esser lei, e la canzone spiegava esattamente come fare: dignam fu la pioniera di quello che oggi chiamiamo e uno dei suoi grandi successi fu un servizio sulla rivista S’intitolava
e c’erano foto e interviste di celebrities. «Era il più grande che avessi mai visto» raccontava Jayne Mansfield. «La nostra casa non è ancora del tutto arredata, ma nelle cene a lume di candela il diamante si riflette sulle pareti, illuminando il nostro tinello felice». Nel 1954, Marilyn sposò Joe DiMaggio, che le donò un anello eternity con 36 brillanti. Niente in confronto al solitario di 10,47 carati che un anno dopo Ranieri di Monaco avrebbe regalato a Grace.
Ma i consumatori, capì Dignam, non andavano solo sbalorditi: andavano informati. Ayer reclutò una giovane vedova, che girò il Paese tenendo lezioni sui diamanti. Chiese, università, radio locali. «I diamanti sono un buon investimento?» si chiedeva Gladys Hannaford. E rispondeva: «Cos’altro può convincere una donna a cucinare per un uomo, starlo a sentire e cucirgli i bottoni?». Tutti quegli sforzi furono ripagati. Nel 1959, l’80 per cento delle future spose aveva ricevuto anelli di diamanti, e i carati andavano aumentando. Un diamante era davvero per sempre. E una brava pubblicitaria non ha prezzo.