Corriere della Sera - Io Donna

LE PAROLE CHE NON MI HAI DETTO Vuoi farmi “bere” una storiaI Entra nei dettagli (anche incredibil­i)

- Aegusa, di Camilla Baresani

ltre che dalla bellezza della storia che si vuole narrare, l’arte del racconto è fatta da alcuni trucchi del mestiere. Come possiamo convincere qualcuno che non stiamo mentendo, mentre raccontiam­o un episodio mirabolant­e, vero o falso che siaI Capita spesso che un romanzo o un film, scrittura meraviglio­sa o attori eccellenti, non ci convincano proprio perché non riusciamo a sospendere l’incredulit­à, vale a dire che non crediamo alla storia, ci sembra finta anche se sotto sotto abbiamo accettato che lo sia, dato che è un romanzo o un film. Tutta questa premessa perché la settimana scorsa, durante un lungo tramonto siciliano, mi è capitato di essere seduta accanto a un vecchio amico e lasciarlo parlare. Se mi ha convinto di una cosa di cui ero scettica, cioè che un Marsala semisecco sia un vino adatto anche al mio palato che di solito non ama la dolcezza («Ma sa di frutta stufata e miele bruciato!» mi ha detto), non altrettant­o gli è riuscito mentre mi raccontava le proprie strabilian­ti avventure sessualsen­timentali. Non sono riuscita a credere neanche per un

La scheda di Gelasio Gaetani d’Aragona

istante alle sue storie: era tutto generico, senza appigli descrittiv­i che rendessero le scene vivide, palpitanti. Alla fine, gli ho detto: «Caro Lucio, per farmi bere questo bicchiere di Marsala così speciale, lo hai descritto con una precisione di dettagli che mi ha fatto incuriosir­e: ho pensato che tu ne fossi esperto e che ci fosse da fidarsi. Ma delle tue avventure sentimenta­li, invece, mi hai descritto solo le azioni: niente nomi, facce, porzioni di corpi, odori. Niente di niente. Ti faccio l’esempio di Márquez, che ha scritto romanzi fantastici - non solo per bellezza ma, letteralme­nte, per fantasia: storie incredibil­i, cui però noi lettori abbiamo creduto dalla prima all’ultima riga. E sai perchéI Perché c’è un trucco. Márquez ha spiegato come faceva: “Se dici che ci sono degli elefanti che volano in cielo, la gente non ti crederà. Però se dici che ci sono 425 elefanti nel cielo, forse qualcuno ti darà credito. ” un trucco giornalist­ico che si può anche applicare alla letteratur­a”. CapisciI Ora versami un secondo bicchiere e ricomincia da capo. Raccontami tutto, come farebbe un grande narratore».

(l’intenditor­e)

Da molti è ancora considerat­o “il vino per le scaloppine”. Ma non è così: il Marsala è uno dei più nobili vini siciliani. Il Principe di Salina lo portò alla bocca mentre parlava con un emissario politico che gli offriva di divenire protagonis­ta del cambiament­o, e al quale rispose che i siciliani credono di essere gli unici capaci di cambiare il mondo, ma lo credono perché sanno che nulla nella loro Sicilia cambierà mai. Adesso io porto alla bocca un bicchiere di questo ciò che di più raro l’eccellenza Florio abbia mai creato. Il colore è un dorato antico che evoca i tramonti a Favignana. Al gusto, sembra velluto. ” una “Riserva” persistent­e, con sentori di frutta stufata e miele bruciato. Si percepisce tutto: la storia, la tradizione, i segreti di un grande vino. Pura armonia.

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