Corriere della Sera - Io Donna

“SO VOLARE PERÒ... HO LE ALI SPORCHE DI TERRA”

Si giudica insensibil­e ma scrive canzoni piene di sentimento. Adora il suo Salento ma lì si sente un pesce fuor d’acqua... Ecco a voi Giuliano Sangiorgi, che - mentre celebra i 15 anni dei Negramaro con un tour sold out - confessa le sue “contraddiz­ioni”.

- Di Maria Laura Giovagnini, foto di Andrea Gandini vando. sold out La rivoluzion­e sta arriEs-senza, Negramaro, ndr),

Attenta. stai attenta. Puoi accusarlo di tutto, ma non d’avere una sensibilit­à spiccata. «Ancora ricordo la volta che, alle elementari, la maestra lo disse a mia madre. Rimasi turbato: “No, non è vero!”». Strana reazione, per uno che sa captare (e rendere universali) gli stati d’animo. E che a questo deve in parte il successo del suo gruppo, i Negramaro. Sei ragazzi partiti dal Salento 15 anni fa, senza santi in paradiso, con un unico desiderio: andare in giro col furgone a suonare. Ricorrenza festeggiat­a da un tour e un disco dall’onda lunga,

«Le band in genere contrasseg­nano un decennio, noi siamo ancora qui. Il nostro pubblico è trasversal­e, va dai 16 ai 96 anni: questo ti fa capire che nei testi ti avvicini a qualcosa senza età» osserva Giuliano Sangiorgi. Appunto. Questione di sensibilit­à. Di empatia. Perché “vergognars­i” ? Non è vergogna, è che non voglio bluffare: so che si tratta di attimi “senza pelle” che durano per la creazione di un brano. Sono come un foglio bianco, mi lascio scrivere addosso le cose, quel che provo è così intenso che poi mi lascia svuotato, “anestetizz­ato”. Io sono fragile, lo so, e infatti ho sempre cantato la debolezza. In ispirata a una poesia di Alda Merini (nell’album di debutto, del 2003, c’era la frase: “Per ore il mio soffitto fissa me”. Avevo la sensazione di essere inerme al punto che persino il soffitto pareva più umano. Mi sono sempre messo a nudo con le canzoni: per il mondo del rock era una novità. E una contraddiz­ione: dovevi vestirti di pelle, trasmetter­e l’idea di forza... E lei proprio non riusciva. Ho pochissima autostima. Ieri ho litigato con mio fratello perché non tengo una mia foto in casa: “Non hai rispetto di te, di quel che sei” mi sgridava.

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