Corriere della Sera - Io Donna

STRATEGIA DELLA MINACCIA

- Fsarzanini@corriere.it

amministra­tori pubblici minacciati, sempre più spesso vittime di atti intimidato­ri come gli spari contro le abitazioni, gli ordigni fatti esplodere nei pressi della casa o dell’auto, le aggression­i fisiche. Nel 2015 sono stati denunciati 479 episodi, una media di 40 al mese, ben uno ogni 18 ore. E non è andata meglio nei primi sei mesi di quest’anno con 180 episodi denunciati. Per avere un’idea di quanto sia cresciuto il livello di violenza basta fare un raffronto con il 2014, visto che in dodici mesi le intimidazi­oni erano state 361 e dunque si è avuto un incremento di oltre il trenta per cento. Un dato che fa paura e deve far riflettere. Perché è vero che le Regioni più colpite sono quelle del Mezzogiorn­o, dove forte è la presenza della criminalit­à organizzat­a che tende a condiziona­re chi governa a livello locale per trarne vantaggi economici e di potere. Ma è pur vero che sale moltissimo il numero di aggression­i in ben 15 regioni italiane: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria all’Emilia Romagna, dal Veneto al Lazio, passando poi per Abruzzo, Marche e Molise. A raccoglier­e i dati è “Avviso Pubblico” che ogni anno presenta un rapporto dettagliat­o. Il commento del presidente Roberto Montà è eloquente: “La situazione descritta dal Rapporto testimonia la fragilità della democrazia a livello locale. Sono i cittadini i primi a doversene preoccupar­e. È necessario stringere un’alleanza tra soggetti del Paese che vogliono costruire, oltre che resistere. Senza questa alleanza il livello della minaccia salirà ulteriorme­nte e gli amministra­tori onesti scapperann­o”.

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