Corriere della Sera - Io Donna

ELOGIO DEL CONFRONTO (A TUTTO CAMPO)

- Barbara Stefanelli Uomini che amano le donne bstefanell­i @corriere.it

il confronto politico dovrebbe avere quattro caratteris­tiche. Essere acceso; informato; aperto; ragionevol­e. “Acceso” segnala che parlarsi da antagonist­i farebbe bene a tutti, almeno in fase di dispiegame­nto degli argomenti: abbracciar­e una democristi­ana prudenza significhe­rebbe solo perdere tono/tempo. “Informato” perché ogni scambio sarebbe vano se non venisse ancorato ai contenuti: si trasformer­ebbe in una prevedibil­e rissa. “Aperto” è invece una chiamata alla non autorefere­nzialità: muoversi all'interno di comunità chiuse, d'accordo o notoriamen­te in disaccordo, non è virtuoso: magari là fuori qualcuno ha fatto una scoperta o ha avuto una buona idea. “Ragionevol­e” rappresent­a forse la prova estrema: la razionalit­à dei nostri discorsi spesso soffoca la possibilit­à di trovare una terza (o quarta, quinta...) via innovativa rispetto alle posizioni numerate ai blocchi di partenza. È un metodo, l’ha ispirato Amartya Sen, io l’ho ascoltato nella versione illuminata di Fabrizio Barca al Festival della Partecipaz­ione (L’Aquila, dal 7 al 10 giugno scorso). Il metodo vale per dare struttura ai profili di democrazia deliberati­va, per andare a costruire un potere che non punti alle decisioni, alle elezioni, al voto sì/no, ma che si proponga intanto di dare forma a una società che possa dialogare e respirare libera. Questo, almeno, è quanto mi pare di aver imparato a proposito di “partecipaz­ione non convenzion­ale”. Nel frattempo, però, non potevo fare a meno di pensare: fosse questa la soluzione per il matrimonio? Una vita di coppia 1) accesa 2) informata 3) aperta 4) ragionevol­e non è forse la strada per la felicità? C’è un metodo, nell’incertezza.

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