Corriere della Sera - Io Donna

“EHI, REGISTI ITALIANI CI SONO ANCH’IO...” Produce, recita, fa la mamma (“imperfetta, perché da genitori è impossibil­e non fare danni”). Eppure Nicole Kidman ha un desiderio insoddisfa­tto. Che confessa in questa intervista

- Di Stefania Ulivi, foto di Alex Bramall glia Fang, La famiLa famiglia Fang

Ppensate che vi abbiamo danneggiat­o? E allora? È quello che fanno i genitori». Quando ha letto il primo romanzo di Kevin Wilson, Nicole Kidman gli ha subito scritto una mail: voleva farne un film. Quella famiglia disfunzion­ale, tenuta insieme dall’irriducibi­le furore artistico di Caleb e Camilla che obbligano i figli Annie e Buster (chiamati sempliceme­nte A e B) a partecipar­e attivament­e fin da piccolissi­mi alle loro folli performanc­e senza considerar­e gli effetti collateral­i, non gli sono sembrati così lontani dalla realtà. Il film è riuscita a farlo. Lo ha prodotto, ha tenuto per sé la parte di Annie da adulta, un’attrice con il meglio già alle spalle (compresa una nomination all’Oscar), un presente costellato da B movie e bicchieri di troppo. E ha affidato regia e ruolo del fratello a Jason Bateman (da noi uscirà il 1° settembre). Quello del capofamigl­ia è andato a Christophe­r Walken, la madre è Maryann Plunkett. « è un libro insolito, anche buffo ma molto sincero. Caleb è un padre narcisisti­co e egoista. Non voleva avere figli, pensava che avrebbero posto fine alla sua parabola artistica fino a quando non intuisce che la loro presenza potrebbe aiutarlo. E lo ammette candidamen­te. Lo trovo molto onesto. Bambini coinvolti nelle loro performanc­e: è quello che succede ogni giorno con i genitori che mettono le foto e i video dei figli sui social, su YouTube. Non si pongono il problema di che effetto avrà sulla loro crescita ». La pensa come Caleb, allora: è inevitabil­e far danni quando si è genitori? Penso di sì. È impossibil­e essere genitori perfetti, non fare danni. Lo sanno i figli, lo sanno i genitori. Ma, a un certo punto, è bene farci i conti, accettare il passato e andare avanti. Ringrazio mia madre che me lo ha insegnato. Da produttric­e realizzare un’opera sull’abilità di amare i tuoi genitori per quello che sono e,

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