Corriere della Sera - Io Donna

TROPPI TATUAGGI? NIENTE CARRIERA

- Badass, Mrodota@rcs.it

premessa personalis­tica necessaria. Io ho un tatuaggio. Mia figlia ha tre tatuaggi. Mia madre, quando ha visto il primo tatuaggio di mia figlia, ha detto «Tesoro, prima di fartelo, potevi aspettare che morissi» e abbiamo fatto un tot di scongiuri, ma non le si è dato retta. Io e mia moglie, ogni tanto, progettiam­o un tatuaggio di coppia. Poi rinunciamo, per pigrizia e superstizi­one: grazie all’attenta copertura dei media, sappiamo che disastro siano stati i tatuaggi sentimenta­li di Johnny Depp. Per dire che in questa rubrica non si è contro i tatuaggi, anzi. Ma ci si chiede cosa penseranno e faranno dei loro tatuaggi, fra qualche anno, le ragazze che non sono tatuate, sono tappezzate. Si incontrano in Italia, si vedono ovunque in Nord Europa. Nell’America impoverita - questa rubrica è scritta da Cleveland, Ohio, mentre era in corso la Convention repubblica­na e dove le giornalist­e anche anziane si trovano meglio con le tatuate che con le delegate pro Trump - sembrano diventati obbligator­i. Per un gruppo di donne che sarebbero cruciali nel rendere l’America “Great Again”, come dice the Donald, o “Stronger Together”, come dice Hillary Clinton: le giovani femmine alfa, assertive, indipenden­ti per carattere, se non per reddito (fanno duetre lavori, spesso). Gli studi sui tatuati precoci mostrano come, più uno/a si tatua, meno ha speranze per il futuro. E fa male pensare che queste ragazze non ne abbiano (certo con quei tatuaggi-tappezzeri­a sono davvero toste; ma chissà se basterà).

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