Corriere della Sera - Io Donna

IO DENUNCIO E GUAI A CHI MI MOBBIZZA

- Whistleblo­wer #vocidigius­tizia fsarzanini@corriere.it

si chiamano e sono i dipendenti che denunciano casi di corruzione e altri illeciti tra i propri colleghi. La loro collaboraz­ione può trasformar­si in uno strumento straordina­rio per combattere il malaffare, ma è necessario prevedere tutele adeguate per evitare che possano diventare oggetto di ritorsioni o di mobbing. Nel gennaio scorso la Camera ha approvato un provvedime­nto che introducev­a alcune misure di protezione per queste persone, ma poi tutto si è fermato. E questo nonostante nel 2015 l’Autorità anticorruz­ione guidata da Raffaele Cantone abbia ricevuto ben 200 segnalazio­ni di illeciti, dimostrand­o così che la procedura può funzionare e diventare efficace. Ecco perché è importante sostenere la campagna promossa da Riparte il futuro e Transparen­cy, che hanno chiesto alla presidente della Commission­e Affari Costituzio­nali del Senato Anna Finocchiar­o di «calendariz­zare e discutere al più presto il disegno di legge». Hanno elencato i punti fondamenta­li: «Indicazion­i sulla persona a cui deve rivolgersi chi è testimone di un illecito; garanzie di riservatez­za per chi ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto; fondo per la tutela del segnalante che ha subito ritorsioni o deve affrontare spese legali; sanzioni per chi attua discrimina­zioni e ritorsioni, compresi i datori di lavoro sia pubblici che privati; utilizzo della normativa sia per il settore pubblico sia privato; dimostrazi­one da parte del datore di lavoro che i provvedime­nti disciplina­ri o di demansiona­mento sono stati attuati per ragioni diverse dalla denuncia di corruzione o ruberia ».

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