Corriere della Sera - Io Donna

I consigli di zio Luchino Visconti, l’amica Maria Callas, il coro jazz... Ma anche un incidente assurdo e doloroso. Anna Gastel, neo presidente di MiTo, ci racconta come l’equilibrio di una vita si sostenga sulla musica

- Di Candida Morvillo, foto di Giovanni Gastel la Sonnambu-

Anna gastel ha respirato musica fin da bambina. Da quando la nonna, Carla Erba in Visconti di Modrone, la portava nel suo palco alla Scala di Milano e lei era così piccola che le scappò un urlo nel mezzo della di Vincenzo Bellini. «Non si grida alla Scala!» le sussurrò la nonna. Ma il regista, che era suo zio Luchino Visconti, si era inventato un effetto scenico per cui sembrava che mentre Maria Callas camminava su un ponticello cantando il suo dolore, s’affloscias­se su se stessa e scompariss­e nel nulla. Era il 1955 e Anna, due anni, teneva tanto alla Callas, che era come un’altra zia, non solo per via di Luchino, ma perché era l’amica più cara di sua sorella maggiore, Cristina. «La vedevo spesso e, in casa, la sua voce risuonava ovunque: il nonno e mia sorella ascoltavan­o sempre i suoi dischi e io cantavo coprendone la voce, finché il mio canto non somigliava al suo e mi chiedevo stupita: ma sono io? Da ragazzina, l’ho poi fatto con Mina ». Si dice che sua nonna svegliasse i sette figli alle sei obbligando­li tutti a suonare uno strumento per due ore. La sua educazione musicale com’è stata? Io ho studiato piano e, più tardi, ho preso lezioni di canto. Poche, ma, per fortuna, si canta soprattutt­o con l’anima e il cuore. Amo il canto perché lo strumento sei tu, c’è qualcosa di maieutico nel tirare fuori l’unicità della tua voce, che è il miracolo della personalit­à. Il momento in cui la tua voce si alza libera è un’emozione. Nei casi più fortunati, lo è anche per chi ascolta. Sta sorridendo come se pensasse a qualcosa di preciso. Perché? Perché, da ragazza, a 25 o 26 anni,

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy