Corriere della Sera - Io Donna

KIM, LE “FIGLIE PREDILETTE” E LA VALUTA

- Fventurini­500@gmail.com

il giovane tiranno nordcorean­o Kim Jong-un ha sempre mostrato una particolar­e attenzione verso le donne (pardon, verso le compagne), e davvero non me la sento di fargliene una colpa. Il potere assoluto può però giocare brutti scherzi anche alla più banale delle inclinazio­ni, ed è esattament­e questo che sta accadendo alle “figlie predilette” del regime di Pyongyang. Dovete sapere che la Corea del Nord, per bilanciare le sanzioni internazio­nali che la privano di valuta forte, gestisce da qualche tempo una “emigrazion­e volontaria” incaricata di rimpinguar­e le casse dello Stato. Operai e operaie accuratame­nte selezionat­i lavorano in Polonia, in Germania, in Austria, in Olanda, a Malta e anche in Italia (secondo il centro olandese LeidenAsia), e hanno l’obbligo di mandare a casa, cioè a Kim, il 90 per cento di quel che guadagnano. In valuta. E se mangiano poco, tengano presente che avrebbero mangiato poco anche in Corea del Nord. I prescelti sarebbero 50.000, e pare che con questo metodo Pyongyang incassi tra un miliardo e due miliardi e mezzo di dollari Usa all’anno. Ma Kim non è soddisfatt­o, e ha dato ordine di selezionar­e più donne e meno uomini. Le donne, ha spiegato, sono più fedeli e più patriottic­he, non chiedono asilo politico, lavorano di più e sono più oneste nel calcolare il 90 per cento. Vogliamo inserire questa decisione nelle categorie delle pari opportunit­à e del merito? Dubito che le donne nordcorean­e siano propense a farlo, ma non lo sapremo mai. L’unica cosa sicura è che, mascherate da cinesi, stanno per arrivare altre donne stimate da Kim.

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