Corriere della Sera - Io Donna

LA TERZA VIA

- Cassandra, bstefanell­i @corriere.it

un’estate di cattive notizie. Notizie di cecchini sui tetti di un centro commercial­e, di pugnali in chiesa, di Tir sulla folla all’ora dei fuochi d’artificio, di terroristi che si fanno esplodere e precedere da una rivendicaz­ione online meditata con il copia-e-incolla. Negli editoriali di chi si impegna a non perdere il filo del ragionamen­to, la parola che più torna è angoscia. Poi paura, spaesament­o, declino, debolezza, dèmoni. La vita così come l’abbiamo conosciuta - in sicurezza e democrazia, salvo eccezioni dolorose ma sempre eccezioni - è finita per sempre? I nostri valori, e con loro la nostra identità, hanno imboccato una strada senza uscita? Questione di tempo e non avremo più parole, né visioni, né leader? Una mattina di fine luglio ti svegli all’alba e ascolti il discorso di Michelle Obama dall’America: alla convention democratic­a dà voce al suo sostegno per un’altra donna, Hillary Clinton, che in passato non dimostrò di amare poi tanto. Ma il punto non è questo. Il punto è che MichelleO sa convincere e commuovere. Parla di politica, della sua famiglia, dei figli che crescono guardandoc­i, del futuro da costruire insieme e per loro, della perseveran­za che ci vuole. Parla: trova le parole per dirlo, per non suonare finta, lontana, sconfitta. Pochi minuti dopo, su Twitter, @dennistcla­rk commenta così: “Se avessi avuto una figlia, avrei voluto che fosse come #MichelleOb­ama. Ho solo figli maschi, e vorrei che fossero esattament­e come #MichelleOb­ama”. Forse non siamo ancora tutti finiti in Occidente. Come scriveva Christa Wolf, in tra uccidere e morire c’è una terza via: vivere.

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