Corriere della Sera - Io Donna
A Noemi si alterneranno tante protagoniste (e protagonisti) alla Triennale di Milano, dal 9 all’11 settembre, per la nuova edizione di Quest’anno il tema sarà “sesso e amore”, scandagliato da inchieste, interviste, conversazioni. Ma l’evento è variegato c
IL TEMPO DELLE DONNE
delle Donne. Il Tempo iltempodelledonne.corriere.it
pasticciona che aspirerebbe a essere precisa però dopo si rimprovera: “Ah, non mi rilasso mai...”. Ormai basta paranoie! Ne aveva altre? Sì, come questa specie di obbligo a essere in forma. Negli ultimi tre-quattro anni ho preso qualche chilo. I primi tempi non riuscivo neppure a guardare le mie foto, adesso chissenefrega. Non posso diventare gigante (ne risentirebbe la salute), ma così mi vado bene. Incredibile! E comunque già nel 2011, con Vuoto a perdere, aveva avuto il coraggio di parlare di cellulite. La prima volta che ho ascoltato il testo non è stato semplice: con i milioni di parole che ci sono al mondo, perché Vasco Rossi ci aveva ficcato proprio “cellulite”?!? Poi mi ha spiegato che il tema è “scabroso” soltanto per noi donne. Soltanto per noi? Gli uomini - assicura - non l’hanno mai vista... Sono felice di avergli dato retta: mi piacciono gli atti che spostano il limite più avanti. Trovo pericolosa l’attuale ossessione per la perfezione e soffro a vedere queste ragazzine che non escono di casa se non sono truccate, impeccabili. Soffre... Perché mai? È una specie di maschera, la loro, che rivela un’insicurezza bestiale: dietro c’è sofferenza. Io ho avuto un’adolescenza solitaria, ero chiusa e la musica era un rifugio: all’università - quando ho cominciato a esprimermi, accettando i miei limiti - la gente si è avvicinata. L’imperfezione è sexy, ti rende simpatica. Elogio dell’imperfezione, quindi. Mamma mia, certo! C’è bisogno di verità. Perfezione significa pure omologazione: se togli i difetti, siamo tutti uguali. Per non parlare dell’omologazione del pensiero, in questa società dove vorrebbero che non ci si esponesse affatto. E io, come Gramsci, odio gli indifferenti. Accidenti, Gramsci non lo cita più nessuno. L’ha letto all’università? No, ho frequentato il Dams, ho studiato cinema... Mi hanno regalato i suoi libri. Anche l’essere cattolica nell’ambiente della musica è piuttosto originale. Pensare che nulla abbia senso e sia un correre vano per me è intollerabile... Mi sono letta (il saggio postumo di Umberto Eco, e c’è una riflessione bellissima sul perché Facebook stia avendo successo: prima si usavano espressioni tipo “solo Dio lo sa”, percepivamo che almeno qualcuno ci tenesse presenti. Oggi - quasi tutti atei - sentiamo l’esigenza che altri, guardandoci, ci “legittimino a esistere”. Va in chiesa? Sì. E faccio i fioretti. Non ho mangiato il tiramisù per cinque anni: è stato orribile. Però ha funzionato!