Corriere della Sera - Io Donna
«Stiamo in prima linea, abbiamo le stesse armi, carichiamo gli stessi pesi degli uomini. A volte abbiamo molta più forza di loro» raccontano concordi le ribelli
Solo una regola ferrea: non avere figli. Da qui la vox populi sulle donne costrette ad abortire. Chiunque di loro ti spiegherebbe che «è impossibile avere un bambino in quelle condizioni, se lo vuoi tenere non puoi anche combattere».
nella pagina web, aperta da poco per far sentire la loro voce (
si incontrano storie come quella di Andrea: combatteva con il suo compagno Arturo e avevano una figlia che andava a trovarli nei giorni di festa, per Natale o Capodanno. Diventata adolescente e morto in combattimento il padre, la ragazza ha preferito andarsene dal Paese. Altre donne raccontano di figli messi al sicuro presso fidati. C’è chi non vede l’ora di ritrovarli. C’è pure chi non li ha più visti dopo qualche retata. Altri li hanno reincontrati, ma con addosso i micro-chip per spiare i loro genitori guerriglieri.
Claudia Lopez ha appena pubblicato un libro-inchiesta in cui incrocia centinaia di dati e di fonti, per valutare i precedenti accordi di pace «quasi tutti un insuccesso o non rispettati» sottolinea. E prova a tracciare un quadro di politiche da mettere in campo, con tanto di stime di investimenti per ogni voce. «Sarà un enorme sforzo di democrazia - dice - trasformare questo Paese che è sempre stato un orangutan in frac: uno Stato debole con un sistema politico forte di corruzione, frodi, ingiustizia, violenza, esclusione sociale. Le Farc hanno preso in ostaggio la politica. Ora abbiamo l’occasione storica per riprendercela ».